mercoledì 28 dicembre 2011

VIGEVANO

VIGEVANO

Vigevanesi Pelle d’Acciaio
Giugno 1449. Le truppe di Francesco Sforza, rinforzate dai mercenari di Bartolomeo Colleoni, lanciate alla conquista del ducato di Milano, assediano il castello di Vigevano, la più munita delle rocche alleate della inetta Aurea Repubblica Ambrosiana. La battaglia infuria per ore e ore, con alterne fortune, ma senza che gli assedianti riescano a prendere tutte le fortificazioni cittadine. I difensori si comportano con valore e coraggio, aiutati dalle loro donne e dagli invalidi, che si rendono utili passando loro le armi e rovesciando sul nemico, dall'alto delle mura, sassi, travi e macerie. Ma giunge il momento in cui i vigevanesi, esausti, non sono più in grado di sostenere l'urto delle soldataglie sforzesche. Alcuni nemici riescono a far breccia
Quando la situazione sembra volgere a favore del nemico, gli assalitori si vedono, con grande sorpresa, sbarrare il passo da un drappello di indomite donne che, raccolte le armi degli sfiniti mariti, fratelli e figli, si oppongono corpo a corpo alle non meno stremate file sforzesche con impeto tale da non solo contrastarne l'avanzata ma anche di ricacciarli di nuovo oltre le mura. II fiero attacco femminile consente ai difensori di riprendere fiato quel tanto che basta per riacquistare forze e fiducia e di continuare con nuova lena il combattimento, che prosegue ancora per alcune ore fino a che il nemico, scoraggiato, si ritira. La tradizione popolare ha tramandato il nome della donna che organizzò il drappello delle coraggiose combattenti vigevanesi: Camilla, della nobile casata dei Rodolfi.
 Qui la storia si confonde con la leggenda: infatti il Nubilonio, fantasioso ma accurato cronista delle vicende cittadine, non fa menzione della presunta eroina che avrebbe guidato le donne vigevanesi alla vittoria contro i mercenari sforzeschi, ma nel velario del teatro Cagnoni ad opera di G. 8. Garberin possiamo ammirare “Camilla Rodolfi al comando delle donne vigevanesi”.
Ed ora potete sostituire la E con la A.



La porca rossa.
Molti studiosi, in passato, si chiesero il perché della irregolarità del perimetro delle mura esterne del borgo (identificabili con quanto sopravvive dei "terraggi"), il cui andamento non sembrava seguire alcun criterio specifico. In effetti la loro genesi, come afferma una leggenda locale, non è legata ad alcuna figura geometrica né ad altre esigenze geofisiche.
Si narra - la vicenda è ricordata sia da Cesare Nubilonio sia da Simone del Pozzo - che, allorché fu eretta la nuova cattedrale di Sant'Ambrogio, questa venisse a situarsi al di fuori della cerchia muraria medievale, e che i fedeli si trovassero così esposti a eventuali scorrerie nemiche. Si rese così necessario costruire una nuova cintura fortificata, ma nessuno aveva idee chiare su come dovesse essere fatta tale struttura.
Accadde però che ad alcuni abitanti del borgo apparisse in sogno sant'Ambrogio il quale, dall'alto della sua sapienza, precisò che le mura dovessero essere erette sul luogo ove si fosse trovata una scrofa, ovvero una porca, dal pelo rosso, intenta a scavare il terreno con il grugno. Neanche a farlo apposta, il giorno seguente, coloro che avevano avuto la visione incontrarono, poco fuori dell'abitato, una porca rossa che, insieme con alcuni porcellini, era intenta a scavare con il muso nel fango. La seguirono, segnando sul terreno il tracciato del suo percorso; su tale tracciato fu eretto il nuovo perimetro fortificato cittadino.
Architetti e ingegneri?
Meglio un maiale! Anzi, una scrofa!

Fantasmi.
Benché ricco di storia e di memorie, il castello di Vigevano, al contrario di ogni castello che si rispetti, è avaro di leggende legate alla sua esistenza e, soprattutto, sembra difettare in eventi o figure soprannaturali. Per trovare una minima leggenda di spettri e fantasmi occorre portarsi nell'ala del maschio in cui erano ubicati gli appartamenti della duchessa e delle sue dame. Questo settore comprende numerosi ampi locali, i cui elementi identificativi sono la
bramantesca "loggia delle dame" e il cosiddetto "passaggio aereo", che collega l'ala stessa alla falconiera. In questi appartamenti, nel 1491, venne a risiedere la giovane moglie di Ludovico il Moro, la sedicenne Beatrice d'Este. Amatissima dal marito, dopo avergli dato due figli, morì sei anni dopo di parto, alla terza gravidanza, lasciando nella disperazione Ludovico e sincero rimpianto sia nel popolo sia nella corte. Dopo la morte della duchessa l'ala, in pratica, non fu più abitata stabilmente.
Da esseri viventi, per lo meno, perché la leggenda vuole che, nelle calde notti estive, gli spiriti della dame di corte di Beatrice amino passeggiare nottetempo nei loggiati degli appartamenti femminili del castello.


La leggenda del drago
Si narra che uno dei tanti camminamenti sotterranei che dal castello cittadino si snodavano in varie direzioni arrivasse fin nella valle del Ticino e che, superato il fiume, conducesse ad Abbiategrasso e poi a Milano.
Trascorsa l'epoca di utilizzo di tale sotterraneo, padrone assoluto ne era diventato un mostro di dimensioni enormi, in forma di serpente, dotato di ali rossicce nervate come quelle di un pipistrello, con orecchie suine setolose e piccoli occhi « che mandavan lampi incantatori ». In compenso dal corpo del drago esalava un fetore ammorbante, « in grado di mozzare il fiato ad un uomo a molti passi di distanza ». Nei tempi in cui il sotterraneo era ancora accessibile più d'uno vi scese temerario; coloro che ne erano usciti vivi avevano raccontato di avere visto il rettile e di essere fuggiti spaventati a morte. Anche allorché il castello fu adibito a caserma - nel secolo xvui - il mostro, per nulla disturbato dalla regolare presenza dei militari, continuò ad animare la fantasia popolare. Si narra anzi che un militare, rinchiuso inuna cella sotterranea
a scontare non si sa quale pena, fosse scomparso senza lasciare segno e che la stessa ingloriosa sorte fosse toccata ad alcuni commilitoni mandati sottoterra a cercarne le tracce.
La leggenda, ancora diffusa e viva intorno alla metà dell'Ottocento, soprattutto tra pescatori e contrabbandieri ticinensi, non dice però che fine avesse fatto il mostro.
Forse il drago è ancora lì, che vaga per i diroccati e inaccessibili sotterranei del castello.

I Sotterranei.
A Vigevano esiste da sempre l'ipotesi, vecchia quanto il castello stesso, di un collegamento sotterraneo tra il maschio, situato al centro della città, e la "Sforzesca", la cascina-modello fatta costruire da Ludovico il Moro alle porte della città. Ipotesi di questa natura, tutte più o meno corrispondenti, sono state riportate da quasi tutti gli studiosi di storia vigevanese, in ogni epoca. Come, quando e da dove nasca questa ipotesi che non abbiamo difficoltà a definire, prima fra tutte, "leggenda" - è oggi molto difficile a indagarsi. Una delle cause che hanno portato alla nascita di questa e di tutte le altre leggende che parlano di sotterranei o strutture di uguali caratteristiche va ricercata in una particolarità di tutte le costruzioni fortificate, anche delle più antiche, le quali avevano realmente aperture segrete, spesso sotterranee, realizzate espressamente per permettere la fuga degli abitanti della rocca - o equivalente edificio - in caso di assedio. A volte, tali passaggi davano semplicemente nel fossato (e, in questo caso, nei pressi dell'uscita, o anche all'interno del corridoio d'uscita, era nascosta una imbarcazione) o addirittura sotto il livello delle acque del fossato stesso; in molti casi l'uscita segreta era costituita da un breve corridoio sotterraneo il cui sbocco era dissimulato tra nascondigli naturali (rocce, alberi, cespugli, fossi) o tra gruppi di abitazioni di scarsa importanza. Questa particolarità fu conservata per molti secoli -almeno fino al Seicento- anche per edifici nobiliari non fortificati, per ville di campagna, per abitazioni ecclesiastiche, nelle campagne come nelle città. Nel caso del leggendario sotterraneo vigevanese, non è improbabile che qualcosa di simile sia esistito, ma vere strutture lunghe vari chilometri situate sotto il livello del terreno non sono mai venute alla luce, nonostante le numerose opere edilizie realizzate nel corso dei secoli sull'area interessata: edifici abitativi, strade, canali, addirittura un nuovo cimitero (quello della Sforzesca stessa); lavori, questi, che richiedono scavi profondi. C'è poi una incongruenza temporale: all'epoca della costruzione della Sforzesca (1486), il castello di Vigevano esisteva già da almeno due secoli: sarebbe stato difficile, se non impossibile, costruire una galleria "segreta" senza rivoluzionare il tessuto urbano adiacente il castello, già densamente abitato, e rendendo quindi "pubblica" tale costruzione. Anche tralasciando le difficoltà tecniche - pressoché insolubili per le conoscenze tecnico-scientifiche dell'epoca di tale ipotetica costruzione - è indubbio che essa dovrebbe aver avuto numerose prese d'aria, non solo per l'aerazione della costruzione, ma anche per una questione di fisica (che sarebbe troppo lungo spiegare in questa sede); "bocchette" di qualsiasi tipo, se esistenti, per la loro caratteristica di essere "fuori terra", o almeno al livello della superficie, sarebbero sicuramente state scoperte ancor prima del sotterraneo stesso. Ci sono dunque buone probabilità che si tratti di pura leggenda. Almeno nelle dimensioni che ci sono state tramandate dagli antichi storiografi vigevanesi.


La gallina d'oro
Una pubblicazione francese del 1810 riporta una curiosa leggenda vigevanese - arduo scoprire per quale arcana ragione il capoluogo lomellino, insieme con la sua leggenda, sia finito nelle pagine di un libro edito a Parigi, - che, secondo lo storico Ambrogio Basletta (Vigevano 1849 - Firenze 1919), sopravviveva ancora nella tradizione popolare intorno alla metà dello stesso secolo.
Il Basletta, maggiore dell'esercito con la passione della riscoperta delle tradizioni della sua terra d'origine, narra che « alla mezzanotte e un minuto secondo del 31 dicembre di ciascun anno, piova o nevichi, sia sereno o fischi la raffica, splenda la luna in un cielo mite o il gelo intristisca i campi, fa tredici giri intorno alla vasta corte del castello una chioccia. Essa è seguita da undici pulcini pipilanti lamentevolmente. Tanto la chioccia quanto i pulcini sono d'oro massiccio: mentre la prima tiene, al posto degli occhi, due grossi brillanti, i secondi hanno invece piccoli rubini luccicanti come faville ».
A questo punto il racconto, così com'è riportato nella pubblicazione transalpina, si fa avaro di particolari. Sembra che colui che aveva la ventura di incontrare l'insolita famigliola, pronunciando frasi misteriose avrebbe visto la gallina trasformarsi in una bellissima ragazza e i pulcini mutare in undici paggi biondi. Inoltre il fortunato passante sarebbe diventato lo sposo della donna, per di più ricco, perché ciascuno dei paggi era in possesso di un segreto per impossessarsi di un favoloso tesoro. Peccato che nessuno abbia mai rintracciato le "frasi misteriose" necessarie alla mutazione della gallina e dei pulcini né, tantomeno, che alcuno abbia mai avuto occasione di incontrare i simpatici volatili.

Il Crocefisso.
La chiesetta sconsacrata di SanVittore, nella zona “del Crocefisso”, poco a sud della Sforzesca, oltre a numerose storie che si raccontano sulla presenza, fra le sue mura, di
satanisti intenti alla celebrazione di "messe nere", culti sacrificali e altri riti mefistofelici, conserva una sua tradizione leggendaria, accreditata presso gli storici locali.
Il tempio possedeva un tempo un campanile, in cima al quale erano collocate le campane. Dopo il crollo del campanile - avvenuto, sembra, intorno al secolo xvii - le campane, ormai inutili, furono gettate in un pozzo, poco lontano dall'edificio, che non fu mai rintracciato. Si dice però che le campane, benché sepolte nel liquido elemento, ogni tanto, in particolari occasioni, tornassero a far sentire la loro voce. Poiché nei pressi della chiesa sorgeva anche un piccolo cimitero, nel quale la tradizione vuole che fossero stati trasferiti, sul finire del Medioevo, i resti dei cristiani inumati nei soppressi cimiteri dei borghi rurali del circondario, la credenza popolare non tardò ad attribuire il suono, proveniente dalle viscere della terra, a quei morti che non erano stati lasciati in pace. Le vetuste mura della chiesetta di San Vittore oggi sono a malapena distinguibili nel buio autunnale, poco discoste della grande cascina che de esse ha acquisito il nome. L'edificio, che sorge al sommo di un'altura che domina la valle del Ticino e che la tradizione storiografica fa risalire al secolo xi, ben poco ha conservato delle antiche strutture: solo i muri perimetrali reggono ancora, a fatica, il peso del tempo.
Si mormora venga spesso usata come sede per riti diabolici, messe nere e altre liturgie sataniche. Ne sarebbero prova i resti di fuochi o piccoli roghi che non di rado vengono ritrovati all'interno dell'edificio e alcune scritte - sempre di argomento satanico - apposte alle pareti. È vero che potrebbe trattarsi di scherzi (di cattivo gusto) di qualche buontempone e che i resti dei fuochi potrebbero essere stati lasciati da qualche barbone in cerca di riparo, ma..
la popolazione, e soprattutto quella della zona, è passata subito alla conclusione che si tratti di riti satanici. Si vocifera, ma cautamente, addirittura di sacrifici di esseri viventi, soprattutto ovini e gallinacei. È però altrettanto vero che nessuno ha mai avuto modo di cogliere sul fatto (fors'anche perché la gente gira ormai alla larga dalla chiesa di San Vittore di giorno, figurarsi di notte!) gli autori dei festini, o messe nere che siano.
Tutto questo è ben noto ai quattro giovani amici che hanno atteso la notte più buia e i dodici rintocchi per introdursi nel cadente - sarebbe più esatto definirlo "pericolante" - edificio. Hanno meditato per mesi quella spedizione. Non sono certo satanisti, loro, anzi, sono molto, molto scettici sulla versione che le gente, aiutata dalla stampa, dà dei ritrovamenti fatti nella chiesa. Non hanno che una vaga idea di che cosa avvenga nel corso delle "messe nere"; non sanno nemmeno quali siano gli oggetti del "culto satanico". Hanno letto qualcosa qui e là, hanno chiesto sottovoce delucidazioni a qualche amico "sospetto" ma, in realtà, sono ben lontani dall'avere le conoscenze necessarie per calarsi nella parte del "satanista". Ciononostante, hanno deciso, un po' per curiosità un po' per gioco, di provare a passare la notte nella chiesetta incriminata celebrandovi - a modo loro -"qualcosa" che potrebbe avvicinarsi a un "rito satanico".
Si sono preparati per bene alla serata, cercando di non lasciare alcunché al caso. Vestiti rigorosamente di nero, un assortimento vario di accessori - catene, croci celtiche, simboli infernali - tutti quegli oggetti che dono stati loro consigliati dagli amici "bene informati" fiammiferi e qualche oggetto religioso da bruciare. E non hanno nemmeno paura, tanto sono convinti che si risolverà tutto in una risata.
Sono entrati con circospezione, accendendo un torcia elettrica per vedere dove mettere i piedi (sarebbe stupido farsi male inciamparndo da qualche parte o facendosi cadere qualcosa in testa. E poi, l'indomani, come giustificherebbero l'incidente?) sbirciando l'ormai quasi totalmente crollato tetto, facendo bene attenzione a non sporcare o rompere gli abiti (qualcuno, non disponendo di completi neri, si è fatto prestare qualcosa). Individuato il centro della stanza, vi hanno ammonticchiato carte, pezzi di cartone e di legno trovati in giro e vi hanno dato fuoco. Si sono seduti in cerchio intorno al falò e hanno estratto
dalle tasche tutti i loro ammennicoli "diabolici". E qui comincia il bello, perché nessuno di loro sa che cosa dire o fare a questo punto. Senza contare che si sentono anche un poco ridicoli. Sono atei, si considerano persone concrete, realiste, con i piedi per terra. Che accidente ci fanno in questo accidente di posto, a quest'accidente di ora, in quest'accidente di notte? Com'è possibile che loro quattro  meno di un secolo d'età tra tutti - si mettano improvvisamente a invocare il "maligno"? D'altra parte, hanno voluto essere qui; adesso qualcosa bisogna pur fare.
Uno di loro impugna una catena da cui penzola una grande croce celtica, inizia a farla oscillare, lentamente, con un movimento dapprima ristretto poi sempre più ampio (si farà così?) invitando i compagni a osservare l'ipnotico pendolo. Timidamente, sottovoce, quasi sussurrando, lancia la sua invocazione: « Satana, vieni a noi! ». I compagni sorridono. Continuano e sentirsi un po' scemi. Uno di loro fa lo spiritoso: « Hai parlato troppo piano, non può sentirti. Prova a parlare più forte ».
Ora la voce è più chiara. Il tono è basso, cupo, ma il volume è ora chiaramente avvertibile anche fuori dalle mura della chiesa.
« Satana, vieni a noi! » Ancora il silenzio.
Un silenzio strano, assurdo. Un silenzio assoluto. La strada provinciale, distante poche centinaia di metri, è deserta. Dal vicino cascinale non arriva alcun rumore. II solito spiritoso aggiunge: « Per me, i casi sono due. O gli stai antipatico e non gli va di risponderti, o messer Belzebù non è in casa e non ti sente. Se fossi in te riproverei, ancora più forte ».
L'amico, di fronte a lui, non ha smesso un solo istante di fare oscillare il suo strano pendolo. Non sorride più. Il suo sguardo è insolitamente fisso, quasi allucinato. Gli altri due compagni tacciono, loro malgrado suggestionati dall'ambiente, dalla situazione, dai movimenti del ragazzo del pendolo, che sembrano non più autonomi ma guidati da una volontà esterna.
La voce, questa volta, è quasi un urlo strozzato: « Satana, vieni a noi! ».
Il silenzio si rompe, si sfalda, si frantuma sotto il suono lontano, cupo, che sembra venire da sotto terra, di campane a morto. Nello stesso istante, un lampo accecante squarcia il cielo, seguito da un assordante boato di tuono e dallo scroscio improvviso di un violento acquazzone.
I quattro amici sembrano risvegliarsi subitamente dal torpore che li aveva pervasi. Il ragazzo del pendolo lascia cadere a terra il tutto. Si alzano di scatto in piedi; buttano nel fuoco quanto si erano portati dietro, compreso i libri sacri. Ma non è odore di carta bruciata quello che si espande nello stanzone sinistramente illuminato dal falò: è odore di zolfo.
Escono precipitosamente dalla chiesa e se la danno a gambe, senza mai voltarsi indietro, sotto la pioggia battente. Raggiungono la loro auto, parcheggiata molto più distante, sulla strada sterrata che porta alla cascina; tornano in città.
Non racconteranno mai ad alcuno la loro avventura notturna, se non dopo molti anni. Giusto quando viene loro casualmente narrato, da un anziano esperto di storia locale, che intorno all'antica pieve di San Vittore aleggiano strane leggende. E che il diavolo, ogni tanto, si facesse una capatina lì intorno, tanto per controllare la situazione.
Ma sono veramente soltanto leggende?

Nei primi anni novanta Vigevano fu sconvolta dal "caso Pedone". Il vicequestore della città ducale e' trovato morto nei pressi di una cascina nel parco del Ticino dove i satanisti la notte tengono i loro malefici rituali. L'ispettore stava indagando su pratiche "nere" effettuate in zona, sulle rive del Ticino, l’antico Fiume Azzurro chiamato dai Celti “Tes-inn, prescelto dai satanisti perche' luogo di culti celti, magici e pagani. Pedone conosceva le sette esoteriche presenti in provincia di Pavia, ma l'indagine aperta non vide mai scritta la parola "fine". La morte in circostanze sospette del vicequestore di Vigevano venne archiviata in tutta fretta: si e' trattato di suicidio. Il movente e' la professione della figlia di pedone, Gilda, spogliarellista. I famigliari di Pedone non hanno mai creduto a tale ipotesi. Conteranno poco una lettera anonima inviata al quotidiano la "Provincia Pavese" con su scritto "Pedone e' stato assassinato e il suo assassino era al funerale" e altri indizi riscontrati intorno alla vicenda. La provincia di Pavia, inoltre, ha da sempre il record di scomparsi. Sulle rive del Po e nell'Oltrepo Pavese si susseguono macabri ritrovamenti. Perlopiù ossa umane, un teschio e una mandibola rinvengono da un cassonetto
In Lomellina negli anni novanta si succedono una lunga serie di episodi strani, tra i quali il furto a Gropello Cairoli di un'enorme pietra ritenuta da secoli taumaturgica in seguito al passaggio del diavolo e a San Giorgio Lomellina una notte vengono trafugate da una teca vesti quattrocentesche appartenute a un beato, il Carcano.



Il Rogo del Diavolo.
Una delle più radicate tradizioni del folclore vigevanese è rappresentata dal "rogo del diavolo", celebrato alla fine di agosto di ogni anno sul sagrato della chiesa di San Bernardo. Le origini di tale festa sono legate a una leggenda che narra di un brutto scherzo giocato dal diavolo a san Bernardo di Chiaravalle in persona.
Il santo, mentre soggiornava a Milano, doveva recarsi a Vigevano per una predica in favore di una seconda crociata.
Satana, onde impedirgli di giungere a destinazione, pensò di sfilare una ruota dall'asse della vettura su cui viaggiava l'abate di Clairvaux.
Ma Bernardo catturò con le sue mani Satana e ne adattò il corpo in guisa di ruota, così da poter proseguire alla volta di Vigevano, dove era atteso per la sua predica. Gli abitanti del rione, avvertiti della presenza del maligno temporaneamente immobilizzato nella ruota approfittarono di questa situazione perbruciare nella piazza l'intero carro con Lucifero imprigionato. Per ricordare quell'evento viene da allora celebrata presso la chiesa vigevanese la festa dedicata al santo, che ha il momento culminante nel ricordato "rogo del diavolo". Un pupazzone raffigurante il demonio viene calato, da una corda tesa attraverso la via, sopra una catasta di legna cui è stato appiccato il fuoco; dalla facilità con cui avviene la combustione il popolo è solito trarre auspici più o meno favorevoli per i successivi dodici mesi. Infatti, come nei riti contadini di purificazione se le fiamme sono ritte l'anno sarà buono, se invece ondeggiano sarà infausto. Anticamente il rogo era composto da mobili vecchi e abiti dismessi, a simboleggiare la volontà di rinnovamento e purificazione.

Una profezia veritiera
Tra i più illustri ospiti del convento domenicano di San Pietro martire (che già aveva ospitato il beato Matteo, al secolo Giovanni Francesco Carreri) va annoverato frate Michele. Nato nel 1504 a Bosco Marengo come Antonio Michele Ghislieri, del monastero vigevanese fu anche priore dopo avervi compiuto il noviziato. La tradizione vuole che il monaco, nel corso di una passeggiata in campagna - è citato anche il luogo dell'evento, l'abitato di Fogliano, - avesse incontrato un vignaiolo che stava lavorando alle sue viti. Frate Michele, originario di una regione di radicate tradizioni vitivinicole, offrì al contadino qualche suggerimento sul modo migliore per legare i tralci, concludendo con il verdetto: « Temo che, legata in quel modo, questa vigna farà l'uva solamente il giorno che io diventerò papa ». Il villano, piccato
dalla critica, rispose: « Bè, agh sicur, mé padar, che prèst Iù al faròn pàpa, e che me, innura, am tucarà gni a Ruma a purtagh al vî dra mé vigna » ("Beh, le assicuro, padre
mio, che presto lei sarà fatto papa, e a me toccherà venire a Roma a portarle il vino della mia vigna"). Mai profezia si mostrò più veritiera: frate Michele Ghislieri fu eletto papa nel 1566 e assunse il nome di Pio v. Naturalmente, il tupiatt (vignaiolo) vigevanese tenne fede alla parola data e compì il lungo viaggio da Milano a Roma per portare al neoeletto pontefice il frutto delle sue fatiche. Si narra che il papa, molto toccato dalla correttezza del contadino, lo ricevette
con simpatia, promettendo azioni in favore del capoluogo lomellino.
Anche Pio v mantenne le promesse e
decise di istituire una borsa di studio per due studenti vigevanesi poveri affinché potessero frequentare il collegio di Pavia da lui fondato e che porta tuttora il suo nome.

PIO V
Frate domenicano, nato come Antonio Michele Ghislieri nel 1504 a Bosco Marengo (Ai), divenuto vescovo nel 1556, fu eletto cardinale l'anno successivo; già facente parte del Tribunale dell'Inquisizione, ne divenne nel 1558 Grande Inquisitore. Salito al soglio di Pietro nel 1566, alla morte - avvenuta l'anno precedente di Pio IV, fu inflessibile nel condannare le eresie, la simonia e il nepotismo. Condusse vita austera (vestì sempre il saio di san Domenico e, anche da papa, continuò a seguirne la regola) e integerrima. Allontanò dal Vaticano e dagli uffici molti approfittatori e le persone inefficienti. Nel 1561 fondò il collegio Ghislieri di Pavia e nel 1511 la Congregazione dell'indice. Giudicando inefficace la condotta di Massimiliano v contro i protestanti, ebbe con questo un aspro scontro e riuscì a scomunicare la regina Elisabetta d'Inghilterra. Dopo aver concluso la lega Santa contro i Turchi, poté assistere alla vittoria, avvenuta nel 1511, delle armi cristiane. Morì a Roma nel 1572.


Il Beato Matteo Carreri
Ai Francesi che si ritiravano, incalzati dagli Spagnoli, Matteo fece apparire tutti gli alberi come altrettanti soldati. I tre generali francesi si recarono allora in municipio e dissero: «Lorsignori hanno qui o un gran diavolo o un gran santo». Quelli del municipio replicarono che diavoli lì non ne avevano, ma un gran santo sì. E siccome i Francesi volevano vederlo, li accompagnarono in chiesa e mostrarono le spoglie del beato Matteo (da «Il Vigevanese» del 30 settembre 1975).
Il Beato Matteò Carreri, sentendo prossima la fine, decise di tornare a Mantova per morire in casa di una sua sorella. Giuntovi di notte bussò alla porta, disse chi era, ma inspiegabilmente non fu riconosciuto. «Che Matteo! Che Matteo!» gli risposero. «Torna domattina, che ti apriremo».
Allora Matteo andò alla chiesa e con un dito scrisse sulla porta: «Rustica progenie, sarai perseguitata dagli scorpioni». Poi si rimise in cammino e tornò nel suo convento di Vigevano, dove morì nel 1470.
Quando seppe che era morto, sua sorella accorse, ma nel toccargli una mano il dito che aveva scritto la maledizione si staccò e si appiccicò alla sua: ed ecco perché quando a Vigevano celebrano la festa del beato Matteo, a Mantova celebrano la «festa del dito».


Il Ponte in Legno.
San Marco è un grande cascinale nelle campagne a sud ovest di Vigevano, poco distante dalla
frazione Morsella,da cui è nettamente separato dal torrente Terdoppio e dal naviglio Langosco. La storia del cascinale è antichissima; si vuole che esso sia stato uno dei primi nuclei abitati della zona, citato in antichi documenti come "Pedule", da cui, insieme con altri piccoli centri rurali, sarebbe poi sorto il borgo di Vigevano. Leggendo le cronache narrate dagli storiografi del secolo xvi (Simone del Pozzo, Cesare Nubilonio) si apprende che il luogo ha sempre goduto di una fama sinistra: sembra, infatti, che per molti secoli il cascinale in oggetto sia stato rifugio di ladri e malfattori. Fortunatamente, in età moderna, questa pessima reputazione non ha avuto modo di essere confermata. San Marco è soltanto un grande cascinale, in cui viene esercitata una tranquilla attività rurale. Qualche stranezza, però, l'ha conservata.
La storia ha inizio in tempi molto lontani. San Marco è collegato alla Morsella da una strada che proviene da Gambolò, e che non è altro che l'antica strada romana che da quel piccolo centro abitato portava a Silvabella (Mortara). Il Terdoppio veniva passato tramite un guado, osservabile ancora oggi, che soltanto in età moderna fu sostituito da un malsicuro ponte in legno, costruito con assi sostenute da pochi piloni piantati nel letto del torrente. Soltanto pochi decenni fa il ponte in legno fu sostituito da uno più moderno in cemento armato, più o meno nello stesso punto. Veniva così finalmente assicurato un passaggio sicuro e asciutto su quel capriccioso torrente, a volte quasi in secca e a volte dalle acque profonde e impetuose. Certo, il ponte in legno era molto più affascinante: senza parapetto, le assi sconnesse - qualcuna mancante - che ondeggiavano al passaggio dei mezzi più pesanti (quando vi si transitava, lentamente e con circospezione, il rumore infernale trasmesso dalle assi traballanti
poteva essere ascoltato a centinaia di metri di distanza. Ma il traffico dei tempi era quello che era, auto ce n'erano ancora poche, e per carri, carretti e carriole il ponte era più che sufficiente. Anzi, il rumore dei mezzi che lo attraversavano era persino utile, poiché nessuno poteva arrivare da quella direzione senza essere preceduto dallo strepito delle assi malferme.
Infatti, una notte di moltissimi anni fa - così narravano gli anziani, - il cascinale fu svegliato da uno spaventoso frastuono, come se il ponte fosse attraversato da una moltitudine di carri, cavalli e uomini. Sembrava veramente che un esercito transitasse per l'antica strada romana. Poiché passano i minuti, e il rumore continua, qualcuno si riveste - è inverno, fa molto freddo, - prende una lanterna e si affaccia al portone della cascina. Ma il frastuono, nel frattempo, è cessato come per incanto; il ponte è vuoto, la strada è deserta. Si è trattato di un sogno collettivo? Di chiunque o di qualsiasi cosa si trattasse, sicuramente non avrebbe avuto il tempo di scomparire senza essere visto. E il rumore non poteva essere stato prodotto che da un numero rilevante di mezzi che attraversava il ponte; non poteva certo essere stato il vento (che non c'era affatto), né la corrente, a scuotere in quel modo le vetuste assi. Dello strano e insolito avvenimento si parlò per diversi giorni, senza poter arrivare alla soluzione degli interrogativi a esso connessi.
Dopo qualche settimana, il fenomeno si ripete. Stesse modalità, uguale svolgimento dei fatti: frastuono - è proprio il caso di dirlo - infernale, rumore di ruote ferrate, di cavalli al passo e di molti, molti uomini che sembrano provenire dal ponte. Questa volta si corre in strada, anche in camicia da notte, nonostante il freddo, pur di far presto. Ma anche questa volta il rumore cessa all'improvviso, senza che sia possibile avvistare nulla e nessuno. Ponte deserto, strada deserta, torrente deserto. Il giorno successivo qualcuno chiede agli abitanti della vicina Morsella se da lì si sia sentito qualcosa, ma nessuno ha sentito il benché minimo rumore, né visto qualcosa di insolito o di strano. Anche i realisti contadini di San Marco cominciano a pensare a qualcosa di soprannaturale; qualcuno propone timidamente di parlare al parroco, e di far benedire il ponte. Per il momento, non se ne fa nulla. Passano altri giorni, si attende qualche altra manifestazione soprannaturale che, puntualmente, in una notte gelida e buia, si verifica. Il copione è quello ormai usuale: sembra un esercito in transito, con carriaggi e salmerie.
Peccato che, nemmeno alla luce del giorno, la strada fangosa porti le tracce del passaggio di una tale truppa. Non può dunque che trattarsi di un esercito di fantasmi. Tutto sommato, i fantasmi fanno meno paura di un vero esercito. Inoltre, se di fantasmi si tratta, occorre dire che questi, rumore a parte, non hanno dato alcun fastidio. E, poiché nella vita bisogna vivere e lasciar vivere, si decide di accantonare bellicose ipotesi di appostamenti notturni, di piantonamento del ponte e di guardiani armati di falci e roncole. I fantasmi sono liberi di attraversare il ponte come e quando credono più opportuno.
Ma forse le truppe fantasma hanno ormai completato il loro trasferimento, e le notti di San Marco trascorrono nella più assoluta tranquillità. Nessuno ha più avuto occasione di ascoltare frastuoni notturni; nessuno è più dovuto correre in strada per vedere cosa stesse succedendo. Ma a qualcuno è rimasta la curiosità di sapere a chi appartenesse l'esercito che transitava nelle notti di quell'inverno sul malsicuro ponte di San Marco. Anche se si trattava di un esercito fantasma, una nazionalità doveva pure averla!

Codice Da Vinci
Il legame di Vigevano con Leonardo è noto così come è certo che l’artista, alla fine del Quattrocento, soggiornò alla Corte di caccia preferita dal Duca Ludovico (nonché sua città natale) per alcuni lavori e studi di canalizzazione, agricoltura e architettura. Ci sono molti scritte sui codici di Leonardo riferite a Vigevano e Pavia; ed anche nella descrizione della sua città ideale parla di una città su più livelli con un grande fiume il “Tesino”.
Oggi, negli spazi espositivi del Mulino di Mora Bassa, Vigevano tributa un omaggio al genio di Leonardo con l’allestimento della mostra permenente a lui dedicata, curata e gestita dall’Associazione “La città ideale”, allo scopo di promuovere la conoscenza di Leonardo in terre di Lomellina.
Il Mulino quattrocentesco di Mora Bassa fu uno dei doni di nozze di Ludovico il Moro alla moglie, Beatrice d’Este, anche se la tradizione vuole che fosse luogo d’incontro tra il duca e l’amante Cecilia Gallerani, immortalata da Leonardo nel dipinto La dama con l’ermellino (di cui esiste una bellissima riproduzione su tavola).
Attualmente il mulino è proprietà dell’ Est Sesia, il consorzio di bonifica integrale ed irrigazione delle acque che gestisce circa 10.000 km di canali presenti sul territorio.
Alla mostra ci sono interessantissime le riproduzioni dei disegni contenuti nei codici leonardeschi come l’Atlantico, il Codice Windsor, il Codice Trivulziano, il Codice sul volo degli uccelli e il Codice Hammer. Per gli appassionati di Leonardo è disponibile un book shop ed una raccolta di testi consultabili.





Vigevano Skin of Steel
June 1449 . The troops of Francesco Sforza , reinforced by mercenaries of Bartolomeo Colleoni , launched the conquest of the Duchy of Milan, besieged the castle of Vigevano , the most inept of the Allied armed fortresses Golden Ambrosian Republic . The battle rages for hours , with mixed success , but without the besiegers are able to take all the city's defenses . The defenders behave with valor and courage , aided by their women and the disabled, who make their profits by passing down their arms and spilling onto the enemy , from the walls , stones , beams and rubble. But the time comes when the Vigevano , exhausted , are no longer able to sustain the impact of soldiery Sforza . Some enemies manage to make inroads
When the situation seems to have turned in favor of the enemy, the attackers are seen, with great surprise, stand in the way of a group of indomitable women who collected the weapons of the weary husbands , brothers and sons , oppose melee with no less exhausted Sforza file with a rush that will not only counteract the advance but also to drive them back again over the walls . II fierce attack on the female allows the defenders to catch my breath just enough to regain strength and confidence to continue with new vigor the fight, which continues for several hours until the enemy , discouraged , retires . Popular tradition has handed down the name of the woman who organized the group of brave fighters Vigevano : Camilla , of the noble house of Rodolfi .
 Here the story is confused with the legend : in fact the Nubilonio , imaginative , yet accurate chronicler of the events towns , makes no mention of the alleged heroin that would lead women to victory against the mercenaries Vigevano Sforza , but the curtain of the theater by Cagnoni G . 8 . Garberin we can admire " Camilla Rodolfi under the command of women Vigevano ."
And now you can replace the E with A.



The horny redhead.
Many scholars in the past , they wondered why the irregularity of the perimeter of the exterior walls of the village (identified with what survives of " terraggi " ) , whose performance did not seem to follow any specific pattern . In fact, their genesis , as stated by a local legend , is not linked to any geometric shape or other geophysical needs .
It is told - the story is remembered by both Caesar Nubilonio both by Simone del Pozzo - which , when it was built the new cathedral of St. Ambrose, this was to be located outside the medieval city walls , and that the faithful they were so exposed to any enemy raids . It therefore became necessary to build a new fortified belt , but no one had a clear idea of ​​how it should be done that structure.
It happened , however, that some inhabitants of the village appeared in a dream Ambrose who, from the height of his wisdom, pointed out that the walls should be erected on the spot where he had found a sow , or a slut , red-haired , intent on dig the ground with the snout . Unwittingly it , the next day, those who had the vision met , just outside the town, a slutty red , along with some pigs , was busy digging with his nose in the mud. They followed , scoring on the ground the route of his journey and on this track was erected the new fortified perimeter of the city.
Architects and engineers ?
Better a pig! Indeed, a sow !

Ghosts .
Although rich in history and memory , the castle of Vigevano , as opposed to every self-respecting castle , is stingy with legends related to its existence and , especially , seems to be lacking in supernatural events or figures . To find a minimal legend of ghosts and phantoms of the male must bring the wing in which were located the apartments of the Duchess and her ladies . This area includes several large rooms , whose identifiers are the
Bramante's "lodge ladies " and the so-called " air passage ", which connects the wing itself to falconry . In these apartments , in 1491 , came to reside the young wife of Ludovico il Moro, the sixteen year old Beatrice d' Este. Much loved by her husband, after giving him two sons , he died six years later in childbirth, the third pregnancy, leaving in despair Louis and sincere regret both in people and in court. After the death of the Duchess 's wing , in practice, it was no longer permanently inhabited .
By living beings , at least , because legend has it that , on hot summer nights , the spirits of the ladies of the court of Beatrice amino walk at night in the arcades of the female apartments of the castle.


The legend of dragon
It is said that one of the many underground walkways that snaked from the castle town in different directions come from the valley of the Ticino which, above the river, would lead to Abbiategrasso and then in Milan .
Spent the period of use of that underground , the absolute master of it had become a monster of enormous size , in the form of a serpent, with reddish ribbed wings like those of a bat, with bristly pig ears and small eyes "that flashes mandavan charmers " . On the other hand from the body of the dragon exhaled a smell ammorbante , " able to breath a man walking distance to many ." In the days when the underground was still accessible there is more than one got reckless , and those who were left alive had told him that he saw the reptile and they fled scared to death . Even when the castle was used as a barracks - in xvui century - the monster , not at all disturbed by the regular presence of the military, continued to animate the popular imagination . It is said indeed that a soldier , who was imprisoned underground cell A LIVE
to serve not know what punishment , had disappeared without leaving a mark , and that the same inglorious fate had befallen some fellow soldiers sent underground to look for tracks.
The legend, still alive and spread around the middle of the nineteenth century , especially among fishermen and smugglers ticinensi , but does not say what had happened to the monster.
Maybe the dragon is still there, wandering the ruined and inaccessible dungeons of the castle.

The Underground .
In Vigevano there is always the possibility , as old as the castle itself , an underground connection between the male , located in the center of the city, and the " Sforza " , the farm - model built by Ludovico il Moro on the outskirts of the city. Assumptions of this nature, all more or less related , were reported by almost all scholars of history Vigevano , in every age. How, when and where born from this idea that we have no difficulty to define , first of all , "legend" - is now very difficult to indagarsi . One of the causes that led to the birth of this and all other legends of underground or structures of the same type to be found in a special all fortified buildings , including the oldest , which had really secret openings , often underground , created expressly to permit the escape of the inhabitants of the fortress - or equivalent building - in case of siege . Sometimes, these steps simply gave into the ditch ( and , in this case , near the exit , or even within the corridor out, was hidden a boat ) or even below the level of the waters of the moat itself , in many cases the secret exit consisted of a short underground tunnel whose mouth was concealed between natural hiding places (rocks, trees, bushes , ditches ) or between groups of houses of little importance. This peculiarity was preserved for many centuries - at least until the seventeenth century - not even for noble buildings fortified for country homes, houses for ecclesiastical , in the countryside as in the cities. In the case of the legendary underground Vigevano , it is not unlikely that something like this existed , but real long structures several kilometers below the surface level of the land have never come to light , despite numerous building works carried out over the centuries to the affected area : residential buildings , roads, canals, even a new cemetery (the same of the Sforza ), jobs , these , which require deep excavations . Then there is a time inconsistency : at the time of construction of the Sforza (1486 ), the castle of Vigevano had existed for at least two centuries would have been difficult, if not impossible, to build a tunnel "secret" without revolutionize the urban fabric adjacent the castle , was densely populated , and therefore making the "public" such a construction . Even leaving aside the technical difficulties - an almost impossible for scientific and technical knowledge at the time of this hypothetical construction - there is no doubt that it should have had numerous air vents , not only for the ventilation of the building, but also as a matter of physical ( that would be too long to explain here) ; " jets " of any type, if existing , for their characteristic of being " above ground " , or at least to the level of the surface , would surely been discovered even before the underground same . There is a good chance that this is pure legend. At least in the dimensions that have been handed down by the ancient historians Vigevano .


The golden goose
A French publication of 1810 reports a curious legend Vigevano - hard to find out what the capital Lomellina arcane reason , along with its legend , both ended up in the pages of a book published in Paris - which, according to historian Ambrose Basletta ( Vigevano 1849 - Florence 1919) , still survived in popular tradition around the middle of the same century .
The Basletta , Army with the passion of the rediscovery of the traditions of his homeland , said that " one minute to midnight and the second on 31 December of each year , rain or snow, either clear or booing the burst, shine the moon in a sky or mild frost fields you sad , makes thirteen laps around the vast courtyard of the castle a mother hen . It is followed by eleven chicks pipilanti lamentably . Both the brooder as chicks are solid gold : while the former holds , instead of eyes , two large diamonds, the latter have rather small rubies glittering like sparks . "
At this point the story, as it is reported in the publication Alps , you stingy with details. It seems that the man who had the good fortune to meet the unusual little family , pronouncing mysterious phrases would have seen the hen turn into a beautiful girl and blonde chicks change in eleven pages . In addition, the lucky passerby would become the husband of the woman , for richer , for each of the pages was in possession of a secret possession of a fabulous treasure . Too bad no one has ever traced the " mysterious phrases " necessary to the mutation of the hen and chicks , let alone that anyone has ever had the opportunity to meet the friendly birds.

The Crucifix .
The deconsecrated church of Sanvittore , in the " Crucifix " , just south of the Sforza , as well as numerous stories that are told about the presence , within its walls , of
Satanists intent in the celebration of " Black Masses " , sacrificial cults and other rites Mephistopheles , retains its legendary tradition , accredited by local historians .
The temple once had a bell tower , on top of which were placed the bells . After the collapse of the tower - took place , it seems, around the seventeenth century - the bells , now useless , were thrown into a pit , not far from the building, which was never traced. It is said , however, that the bells , though buried in the liquid element , occasionally, on special occasions , to come back to make their voices heard . Since near the church there was also a small cemetery , where tradition has it that they had been transferred , at the end of the Middle Ages , the remains of Christians buried in the cemeteries of suppressed rural villages of the district , the popular belief was not slow to attribute the sound , coming from the bowels of the earth, the dead who were not left in peace . The old walls of the church of San Vittore today are barely distinguishable in the dark autumn , just a short distance away from the big farmhouse that they acquired the name. The building, which is located at the top of a hill overlooking the valley of the Ticino and the historiographical tradition that dates back to the eleventh century , has preserved very little of the ancient structures : only the outer walls still hold , fatigue , weight time .
Rumour is often used as a venue for rituals evil , satanic black masses and other liturgies . It would test the remains of fires or small fires that often are found inside the building and some written - always subject to satanic - affixed to the walls . It is true that there may be jokes ( bad taste ) some joker and that the remains of the fires may have been left by some homeless seeking shelter , but ..
population, and especially those in the area, went immediately to the conclusion that it is satanic rituals . It is rumored , but gingerly , even sacrifice of living beings, especially sheep and fowl . However, it is equally true that no one has ever been able to grasp the fact ( perhaps because people are now turning away from the church of San Vittore in the daytime, let alone at night! ), The authors of the feasts , or black masses to be.
All this is well known to the four young friends who have been waiting the darkest night and the twelve chimes to hack into the shooting - it would be more accurate to call it " unsafe " - building . They meditated for months that expedition . I'm not sure Satanists , they, indeed, are very, very skeptical about the version that the people , aided by the press, gives the discoveries made in the church. Do not have a vague idea of what happens during the " black masses " do not even know what are the objects of the " satanic cult ." They read something here and there, they asked softly explanations to some friend "suspect" but , in reality, they are far from having the knowledge necessary to dive into the " Satanist " . Nevertheless , they decided , a little ' out of curiosity a bit ' for fun, try to spend the night in the church offending celebrandovi - in their own way - "something" that could come close to a " satanic ritual " .
They are well prepared for the evening , trying not to leave anything to chance. Strictly in black clothes , a diverse assortment of accessories - chains , Celtic crosses , symbols of hell - all those objects that gift were recommended by their friends ' well-informed ' matches and some religious object to burn. Nor do they fear , they are so convinced that everything will work out in laughter.
They entered cautiously , turning on a flashlight to see where you put your feet up (it would be stupid to get hurt inciamparndo somewhere or becoming something fall on his head. And then , the next day, as would justify the accident? ) Peeking the now almost totally collapsed roof, being careful not to dirty the clothes or break (someone , not having complete blacks , he borrowed something). Located the center of the room , you have piled papers, pieces of cardboard and wood found around and gave you fire. They sat in a circle around the bonfire and extracted
from the pockets all their bells and whistles " evil ." And here the fun begins , because none of them know what to say or do at this point . Not to mention that they also feel a little ridiculous . They are atheists, we consider real people , realistic , down-to- earth. Accident that we do in this damn place , to quest'accidente of time , in quest'accidente night? How is it possible that the four of them less than a century of all ages - is suddenly put to invoke the " evil " ? On the other hand , they wanted to be here , now gotta do something .
One of them wielding a chain from which dangles a large Celtic cross, starts to rock it , slowly , with a small movement at first then more extensive ( will it? ) Inviting pals to observe the hypnotic pendulum. Tentatively, softly, almost whispering , launches its invocation: " Satan , come to us ! ". The comrades are smiling. And continue to feel a bit ' stupid . One of them is to be funny : "You spoke too softly , can not hear you. Try to speak louder . "
Now the voice is clearer. The tone is low, gloomy, but the volume is now clearly audible even outside the walls of the church.
"Satan , come to us ! " Still the silence.
A strange silence , absurd. An absolute silence. The main road , just a few hundred meters , is deserted . From the nearby farmhouse not get any noise. The usual witty adds: " For me, there are two cases . Or we 're obnoxious and does not like to answer you, sir or Beelzebub is not at home and no one can hear you . If I were you riproverei , even stronger . "
The friend , in front of him , it has not stopped for a moment to make his strange swinging pendulum. He does not smile anymore. His gaze is fixed unusually , almost hallucinatory . The other two companions are silent , despite themselves mesmerized by the environment, the situation, the movements of the boy 's grandfather , who seem more independent but guided by an external will .
The voice , this time , it is almost a strangled cry , " Satan , come to us ! ".
The silence is broken, flakes , crumbles under the sound further, gloomy, that seems to come from under the ground of death knell . At the same moment , a blinding flash pierces the sky , followed by a deafening roar of thunder and the roar of a sudden downpour .
The four friends seem to suddenly wake up from the stupor that had pervaded . The boy 's grandfather leaves fall to the ground the whole. They get to shoot in the foot ; thrown into the fire as they had brought with them , including the sacred books . But it is not the smell of burnt paper that expands into the living room eerily lit by the bonfire is the smell of sulfur.
They go out in haste from the church, and if the damage to his legs , never looking back , in the pouring rain . Reach their car, parked much farther , on the dirt road that leads to the farm , back in the city.
Never tell anyone their nocturnal adventure , if not many years. Just when they casually told by a senior expert on local history, around which the ancient church of San Vittore hover strange legends . And what the hell , now and then , you did a trip around there , just to control the situation.
But they are really only legends ?

In the early nineties Vigevano was upset by the " case Pedestrian " . The assistant chief of the ducal city and ' found dead near a farmhouse in the park of Ticino, where Satanists night keep their evil rituals. The inspector was investigating practices "black" carried out in the area, on the banks of the Ticino , the ancient Yangtze River called by the Celts " Tes -inn , chosen by Satanists because ' Celtic place of worship , magical and pagan . Pedestrian knew the esoteric sects present in the province of Pavia , but the investigation open never saw writing the word "end" . The death in suspicious circumstances of the assistant chief of Vigevano was filed in haste : and ' Treaty of suicide. The motive and ' the profession of the daughter of pedestrians , Gilda, stripper. The family of Pedestrian have never believed in this hypothesis. Count just an anonymous letter sent to the newspaper " Provincia Pavese " reading " Pedestrian and ' was murdered and his murderess was at the funeral " and other clues found around each other. The province of Pavia , moreover, has always been the record disappeared. On the banks of the Po and Oltrepo Pavese one another grisly discoveries . Mostly human bones , a skull and a jawbone from a dumpster rinvengono
In Lomellina in the nineties one another in a long series of strange incidents , including the theft of a huge stone in Gropello Cairoli held for centuries after the miraculous passage of the devil and San Giorgio Lomellina one night clothes are stolen from a display case fifteenth belonged to a blissful, the Carcano .




The Burning of the Devil.
One of the most deeply rooted traditions of folklore Vigevano is represented by the " fire of hell " , celebrated at the end of August each year in the churchyard of St. Bernard. The origins of this festival are tied to a legend that tells of a bad joke played by the devil to Saint Bernard of Clairvaux in person.
The saint , while staying in Milan , he had to go to Vigevano to a sermon in favor of a second crusade.
Satan , in order to prevent it from reaching its destination , thought to pull a wheel from the car was traveling on the abbot of Clairvaux .
But Bernardo caught with his hands Satan and he adapted the body in the form of a wheel , so you can continue on to Vigevano , where he was waiting for his sermon . The inhabitants of the district, warned of the presence of malignant temporarily immobilized in the wheel took advantage of this situation perbruciare square in the whole wagon with Lucifer imprisoned . To commemorate that event is since then celebrated at the church vigevanese festival dedicated to the saint , who recalled the climax in the " burning of the devil." A pupazzone depicting the devil is lowered by a rope stretched across the street, on top of a pile of wood, which was set on fire by the ease with which combustion occurs the people are usually more or less favorable omens for the next twelve months . In fact, as in the rites of purification farmers if the flames are pricked the year will be good, if it will sway ominous . In ancient times the fire was made up of old furniture and clothes abandoned , to symbolize the desire for renewal and purification.

A true prophecy
Among the most distinguished guests of the Dominican convent of St. Peter Martyr ( who had already hosted the blessed Matthew, born Giovanni Francesco Carreri ) should be counted Brother Michael . Born in 1504 as Antonio Michele in Bosco Marengo Ghislieri vigevanese was also prior of the monastery after having completed his novitiate . Tradition has it that the Monaco, during a walk in the country - is also mentioned the event location, the town of Fogliano , - had met a winemaker who was working on his vines . Brother Michael , originating in a region of deep-rooted traditions wine , the farmer offered some suggestions on the best way to tie the branches , concluding with the verdict : "I'm afraid , linked in that way, this will make the grape vine only on the day that I become pope. " The villain, piqued
by critics, said: " Well, agh reassured, mé Padar , which Prest IU Faron dad, and me, innura , am tucarà signs in Ruma in the sixth purtagh dra mé vineyard" ( " Well , I assure you , father
My , that soon she will be made ​​pope , and I 'll have to come to Rome to bring the wine of my vineyard "). prophecy never showed himself more truthful : Brother Michael Ghislieri was elected pope in 1566 and took the name Pius V . course, the tupiatt ( winemaker ) vigevanese kept his word and he made the long journey from Milan to Rome to bring the newly elected pontiff the fruit of his labors. it is said that the pope , very touched by the correctness of the farmer, received him
with sympathy , promising actions in favor of capital Lomellina .
Even Pius V kept his promises and
decided to establish a scholarship for two students Vigevano poor so that they could attend the college of Pavia , which he founded and which still bears his name.

Pius V
Dominican friar , born in 1504 as Ghislieri Antonio Michele in Bosco Marengo (Ai) , who became bishop in 1556 , he was elected cardinal the following year , and already part of the Court of the Inquisition , he became in 1558 the Grand Inquisitor . Ascended to the throne of Peter in 1566 , to the death - the previous year of Pius IV, was adamant in condemning heresies , simony and nepotism . She led an austere life ( always dressed in the habit of St. Dominic , and also as pope, he continued to follow the rule) and spotless . Away from the Vatican and from the offices many profiteers and people inefficient . In 1561 he founded the college Ghislieri of Pavia and in 1511 the Congregation of the Index. Judging ineffective conduct of Maximilian v. against the Protestants , had a bitter clash with this and managed to excommunicate Queen Elizabeth of England. After finishing the Holy League against the Turks , was able to witness the victory , which took place in 1511 , the Christian armies . He died in Rome in 1572.


The Blessed Matthew Carreri
For the French, who retreated , harassed by the Spaniards , Matthew conjured all the trees like so many soldiers. The three French generals then went to the town hall and said, " You gentlemen here or have a great devil or a great saint ." Those of City Hall replied that they did not have devils there , but a great saint, yes . And because the French wanted to see him , accompanied them to church and showed the remains of Blessed Matthew ( from "The Vigevanese 'of 30 September 1975) .
The Blessed Matthew Carreri , feeling the next end , he decided to return to Mantua to die in the house of one of his sisters . Reached it at night knock on the door, he said who he was, but inexplicably was not recognized . "What Matthew ! Matthew , " they told him. " Come back tomorrow morning , you will open ."
So Matthew went to the church and wrote with his finger on the door: " Rustica progeny , you will be persecuted by the scorpions ." Then he resumed his journey and returned to his monastery in Vigevano , where he died in 1470.
When he learned that he was dead , his sister noticed , but in a hand and touched the finger that wrote the damn broke away and clung to her : and that's why when in Vigevano celebrate the feast of Blessed Matthew , Mantua celebrate the " Feast of finger. "


The Wooden Bridge .
San Marco is a large farmhouse in the countryside southwest of Vigevano , not far from
Morsella fraction , which is clearly separated from the stream Terdoppio and ships from Langport . The history of the ancient farmstead is , you want it to be one of the first settlements in the area, mentioned in ancient documents as " hiking boots " , which , along with other small rural towns , it would be then built the town of Vigevano. Reading the news narrated by historians of the sixteenth century (Simone del Pozzo, Caesar Nubilonio ) we learn that the place has always had a sinister reputation : it seems , in fact, that for many centuries the barn in question was a refuge for thieves and criminals . Fortunately, in the modern age , this bad reputation has not been able to be confirmed. San Marco is just a big barn , where it is carried on a quiet rural activities . A few quirks , however, has kept it .
The story begins a long time ago . San Marco is connected to Morsella by a road that comes from Gambolò , and that is none other than the ancient Roman road that led from that small town in Silvabella ( Mortara ) . The Terdoppio was passed through a ford , still observable today , that only in the modern era was replaced by a rickety wooden bridge, constructed of boards supported by a few piles driven into the bed of the stream . Only a few decades ago, the wooden bridge was replaced by a more modern reinforced concrete , more or less the same spot. Was thus finally secured a safe passage and dry on the capricious river , sometimes almost dry and sometimes impetuous and from the deep waters . Of course, the wooden bridge was much more fascinating : no parapet , the loose planks - some missing - swaying to the passage of heavier vehicles ( when there was passing slowly and cautiously , the infernal noise transmitted from the rickety boards
could be heard hundreds of meters away. But the traffic of the times was what it was , there were still a few cars , and wagons , carts and wheelbarrows , the bridge was more than enough. Indeed , the noise means that the crossing was even useful, because no one could get from that direction without being preceded by the noise of axes shaky .
In fact, one night many years ago - so recounted the elderly - the farmhouse was awakened by a terrible noise , as if the bridge was crossed by a multitude of chariots , horses and men. It looked like an army that really make a transition to the ancient Roman road . As the minutes pass , and the noise continues , someone plays - it is winter, it is very cold - take a lantern and looks out to the front door of the farmhouse . But the uproar , meanwhile, has ceased as if by magic , the deck is empty , the street is deserted. It was a collective dream ? Whoever or whatever it was , surely would not have had time to disappear without being seen. And the noise that could not have been produced by a large number of vehicles crossing the bridge, could not have been the wind (which was not there at all) , nor the power , to shake that way the old-growth axes. The strange and unusual event we talked for several days without being able to arrive at the solution of the questions connected with it.
After a few weeks , the phenomenon is repeated . Same way , the same sequence of events : the noise - it's appropriate to say it - hell , the sound of wheels railways, horses abreast , and many , many men who seem to come from the bridge . This time he runs into the street, even in her nightgown , despite the cold, just to make soon. But this time the noise stops suddenly, without it being possible to see anything or anyone. Bridge desert , deserted road , desert stream . The next day someone asks the inhabitants of the nearby Morsella from there if he felt something, but no one has heard the slightest noise, or seen anything unusual or strange. Even realists peasants of San Marco begin to think of something supernatural ; someone proposes shyly to talk to the priest , and to bless the bridge. For the moment, it does not do anything.


Vigevano peau de l'acier
Juin 1449. Les troupes de Francesco Sforza , renforcée par des mercenaires de Bartolomeo Colleoni , lancé à la conquête du duché de Milan , ont assiégé le château de Vigevano , le plus inepte des Alliés forteresses armées or République ambrosienne . La bataille fait rage pendant des heures , avec un succès mitigé , mais sans les assiégeants sont en mesure de prendre toutes les défenses de la ville . Les défenseurs se comportent avec bravoure et de courage , aidés par leurs femmes et les handicapés , qui font leurs profits en passant leurs armes et se déverser sur l'ennemi , des murs , des pierres, des poutres et des décombres . Mais arrive un moment où la Vigevano , épuisé , ne sont plus en mesure de maintenir l'impact de soldats Sforza . Certains ennemis parviennent à faire des incursions
Lorsque la situation semble avoir tourné en faveur de l'ennemi , les attaquants sont considérés , avec une grande surprise, se tenir dans le cadre d'un groupe de femmes indomptables qui ont recueilli les armes des maris fatigués , frères et fils , s'opposer mêlée avec pas moins épuisé fichier Sforza avec une pointe qui permettra non seulement de contrer la progression , mais aussi de les repousser à nouveau sur les murs . II attaque féroce sur la femelle permet aux défenseurs pour reprendre mon souffle juste assez pour reprendre des forces et de la confiance de continuer avec une nouvelle vigueur à la lutte , qui se poursuit pendant plusieurs heures jusqu'à ce que l'ennemi , découragé , se retire . La tradition populaire a rendu le nom de la femme qui a organisé le groupe de combattants courageux Vigevano : Camilla , de la maison noble de Rodolfi .
 Voici l'histoire se confond avec la légende : en fait, le Nubilonio , imaginatif chroniqueur , mais précis des villes d'événements , ne fait aucune mention de l'héroïne présumé qui conduirait les femmes à la victoire contre l' mercenaires Vigevano Sforza , mais le rideau du théâtre par Cagnoni G . 8 . Garberin on peut admirer " Camilla Rodolfi sous le commandement des femmes Vigevano . "
Et maintenant, vous pouvez remplacer le E avec A.



La rousse excitée .
De nombreux chercheurs dans le passé , ils se demandaient pourquoi l'irrégularité du périmètre des murs extérieurs du village ( identifié avec ce qui subsiste de " terraggi " ) , dont la performance ne semble pas suivre un modèle spécifique. En fait , leur genèse , comme indiqué par une légende locale , n'est pas liée à une forme géométrique ou d'autres besoins géophysiques .
Il est dit - l'histoire se souvient de la fois par César Nubilonio fois par Simone del Pozzo - qui , quand il a été construit la nouvelle cathédrale de Saint-Ambroise , ce devait être situé en dehors des murs de la ville médiévale , et que les fidèles , ils étaient tellement exposés à des raids ennemis . Il est donc devenu nécessaire de construire une nouvelle ceinture fortifiée , mais personne n'avait une idée claire de la façon dont cela doit être fait de cette structure.
Il est arrivé , cependant, que certains habitants du village sont apparus dans un rêve Ambrose qui , du haut de sa sagesse , a souligné que les murs doivent être érigées sur l'endroit où il avait trouvé une truie ou une salope , rousse , l'intention de creuser la terre avec le museau . Sans le vouloir , le lendemain , ceux qui ont eu la vision rencontré , juste à l'extérieur de la ville , un rouge salope , avec quelques porcs , était en train de creuser avec son nez dans la boue . Ils ont suivi , marquant sur ​​le terrain de l'itinéraire de son voyage et sur ​​cette piste a été érigé le nouveau périmètre fortifié de la ville .
Les architectes et les ingénieurs ?
Mieux vaut un cochon! En effet , une truie !

Ghosts .
Bien que riche en histoire et de la mémoire , le château de Vigevano , par opposition à tous les châteaux qui se respecte , est avare de légendes liées à son existence et , en particulier , semble faire défaut dans des événements ou des figures surnaturelles . Pour trouver une légende minimale des fantômes et des fantômes doit se déplacer à l'aile du mâle qui se trouvaient dans les appartements de la duchesse et ses femmes . Cette région comprend plusieurs grandes salles , dont les identifiants sont la
" lodge dames " de Bramante et la soi-disant « passage de l'air ", qui relie l'aile elle-même à la fauconnerie . Dans ces appartements , en 1491 , vint résider la jeune femme de Ludovic le More , le seize ans Beatrice d'Este . Beaucoup aimé par son mari , après lui avoir donné deux fils , il mourut six ans plus tard lors de l'accouchement , la troisième grossesse , laissant dans le désespoir Louis et sincères regrets à la fois dans les personnes et dans la cour . Après la mort de l'aile de la duchesse , dans la pratique , il a été habité plus de façon permanente .
Par les êtres vivants , au moins , car la légende raconte que , sur les nuits chaudes de l'été , les esprits des dames de la cour de Beatrice aminés à pied la nuit dans les arcades des appartements des femmes du château .


La légende du Dragon
Il est dit que l'un des nombreux passages souterrains qui serpentaient de la ville de château dans des directions différentes proviennent de la vallée du Tessin qui , au-dessus de la rivière , conduirait à Abbiategrasso , puis à Milan .
Passé la période d'utilisation de ce souterrain , le maître absolu de il était devenu un monstre de taille énorme , sous la forme d'un serpent , rougeâtre des ailes comme celles d'une chauve-souris nervuré , avec des oreilles de porc raides et des petits yeux " qui clignote charmeurs mandavan " . D'autre part du corps du dragon exhalé une odeur ammorbante , " capable de respirer un pied de distance de l'homme à beaucoup. " À l'époque où le métro était encore accessible il ya plus d'un a obtenu téméraire, et ceux qui sont restés en vie lui avait dit qu'il avait vu le reptile et ils s'enfuirent peur de la mort . Même lorsque le château fut utilisé comme caserne - dans xvui siècle - le monstre , pas du tout perturbé par la présence régulière de l'armée , a continué à animer l'imagination populaire . Il est dit en effet qu'un soldat , qui a été emprisonné cellule de métro A en direct
pour servir sait pas quelle peine , avait disparu sans laisser de trace , et que le même sort sans gloire était arrivé quelques camarades envoyés sous terre pour chercher des pistes .
La légende , encore en vie et se propager dans le milieu du XIXe siècle, en particulier chez les pêcheurs et les contrebandiers ticinensi , mais ne dit pas ce qui s'était passé au monstre .
Peut-être que le dragon est toujours là , errant dans les donjons en ruine et inaccessibles du château .

The Underground .
Dans Vigevano , il ya toujours la possibilité , aussi vieux que le château lui-même , une connexion souterraine entre le mâle , situé dans le centre de la ville , et le " Sforza " , la ferme - modèle construit par Ludovico il Moro à la périphérie de la ville . Hypothèses de cette nature , tous plus ou moins liés , ont été signalés par presque tous les spécialistes de l'histoire Vigevano , dans tous les âges . Comment, quand et où né de cette idée que nous n'avons aucune difficulté à définir , tout d'abord , «légende» - est maintenant très difficile de indagarsi . L'une des causes qui ont conduit à la naissance de ce et tous les autres légendes de métro ou de structures du même type que l'on trouve dans un spécial tous les bâtiments fortifiés , dont le plus ancien , qui avaient ouvertures très secrets, souvent souterrain , créé expressément pour permettre l'évacuation des habitants de la forteresse - ou un bâtiment équivalent - en cas de siège . Parfois , ces étapes ont simplement abandonné dans le fossé ( et , dans ce cas , près de la sortie , ou même dans le couloir dehors, était caché un bateau ) ou même en dessous du niveau des eaux du fossé lui-même, de nombreux cas, la sortie secrète étaient composés d'un tunnel souterrain court dont la bouche était caché entre des cachettes naturelles (roches , des arbres , des buissons , des fossés ) ou entre les groupes de maisons de peu d'importance . Cette particularité a été préservée pendant de nombreux siècles , au moins jusqu'au XVIIe siècle , pas même pour les bâtiments nobles enrichis pour les maisons de campagne, maisons ecclésiastique , à la campagne que dans les villes . Dans le cas de la légendaire souterrain Vigevano , il n'est pas improbable que quelque chose comme cela existait , mais réelle de longues structures à plusieurs kilomètres sous le niveau de la terre de surface n'ont jamais vu le jour , malgré les nombreux travaux de construction exécutés au cours des siècles à la zone touchée : bâtiments résidentiels , des routes , des canaux, même un nouveau cimetière ( le même de la Sforza ) , les travaux, ceux-ci , qui nécessitent des excavations profondes . Ensuite, il ya une incohérence temporelle : au moment de la construction de la Sforza ( 1486 ) , le château de Vigevano existait depuis au moins deux siècles aurait été difficile , voire impossible , de construire un tunnel "secret" sans révolutionner le tissu urbain adjacent le château , était densément peuplée , et rend donc le comme une construction «public» . Même en laissant de côté les difficultés techniques - un presque impossible pour les connaissances scientifiques et techniques au moment de cette construction hypothétique - il ne fait aucun doute qu'il aurait eu de nombreuses prises d'air , non seulement pour la ventilation du bâtiment , mais aussi comme une question de physique ( ce serait trop long à expliquer ici ) ; "jets" de tout type, s'il existe, pour leur caractéristique d'être " hors sol " , ou au moins au niveau de la surface , aurait sûrement été découverts avant même la même terre. Il ya une bonne chance que c'est pure légende . Au moins dans les dimensions qui ont été prononcées par les anciens historiens Vigevano .


L' oie d'or
Une publication française de 1810 fait état d'une curieuse légende Vigevano - difficile de savoir ce que la capitale Lomellina raison obscure , avec sa légende , à la fois fini dans les pages d'un livre publié à Paris - qui , selon l'historien Ambrose Basletta ( Vigevano 1849 - Florence 1919) , toujours survécu dans la tradition populaire dans le milieu du même siècle .
Le Basletta , armée avec la passion de la redécouverte des traditions de son pays natal , a déclaré que " minuit moins une et la seconde le 31 Décembre de chaque année , la pluie ou la neige, clair ou huer l'éclatement , brillent la lune dans un ciel ou gel doux champs tristes , fait treize tours autour de la grande cour du château une mère poule . Elle est suivie par onze poussins pipilanti lamentablement . Tant que la couveuse poussins sont en or massif : alors que le premier détient , au lieu des yeux , deux gros diamants , ces derniers ont plutôt petits rubis brillants comme des étincelles " .
À ce stade de l'histoire , comme il est rapporté dans la publication Alpes , vous avare de détails . Il semble que l'homme qui a eu la bonne fortune de rencontrer la petite famille inhabituelle , en prononçant des phrases mystérieuses aurait vu la poule se transformer en une belle jeune fille et les poussins blonds changer en onze pages . En outre, le passant chance deviendrait le mari de la femme , pour les plus riches , pour chacune des pages était en possession d'une possession secret d'un fabuleux trésor . Dommage que personne n'a jamais tracé les " phrases mystérieuses " nécessaires à la mutation de la poule et les poussins , et encore moins que quelqu'un a déjà eu l'occasion de rencontrer les oiseaux sympathiques.

Le crucifix .
L'église désaffectée de Sanvittore , dans le " Crucifix " , juste au sud de la Sforza , ainsi que de nombreuses histoires qui sont racontées à propos de la présence , dans ses murs , de
satanistes intention à la célébration de « messes noires » , les cultes sacrificiels et autres rites Méphistophélès , conserve sa tradition légendaire , accrédité par les historiens locaux .
Le temple avait autrefois un clocher , au sommet de laquelle ont été placés les cloches . Après l'effondrement de la tour - a eu lieu , il semble , dans le XVIIe siècle - les cloches , désormais inutile , ont été jetés dans une fosse , non loin de l'immeuble , qui n'a jamais été tracée. Il est dit , cependant, que les cloches , ensevelie dans l'élément liquide , de temps en temps , des occasions spéciales , de revenir à faire entendre leur voix . Depuis près de l'église il y avait aussi un petit cimetière , où la tradition veut que qu'ils avaient été transférés , à la fin du Moyen Age , les restes de chrétiens enterrés dans les cimetières de villages ruraux supprimées de l'arrondissement , la croyance populaire ne tarda pas à attribuer le son , provenant des entrailles de la terre , la mort qui n'a pas été laissé en paix . Les vieux murs de l'église de San Vittore aujourd'hui se distinguent à peine à l'automne sombre , à une courte distance de la grande ferme qu'ils ont acquis le nom . Le bâtiment , qui est situé au sommet d'une colline surplombant la vallée du Tessin et de la tradition historiographique qui remonte au XIe siècle , a conservé très peu de structures anciennes : seuls les murs extérieurs détiennent encore , la fatigue , le poids temps .
La rumeur est souvent utilisé comme un lieu de rituels mal , messes noires sataniques et autres liturgies . Il serait de tester les restes de feux ou de petits incendies qui sont souvent trouvés à l'intérieur du bâtiment et certains écrits - toujours soumis à satanique - apposés sur les murs . Il est vrai qu'il peut y avoir des blagues de mauvais goût ( un petit rigolo ) et que les restes des incendies peuvent avoir été laissé par une certaine recherche de sans-abri abri , mais ..
population , et en particulier ceux de la région, se sont immédiatement rendus à la conclusion qu'il est des rituels sataniques . Il est dit , mais avec précaution , même le sacrifice d'êtres vivants , notamment des moutons et de la volaille . Cependant , il est également vrai que personne n'a jamais été en mesure de saisir le fait ( peut-être parce que les gens se tournent maintenant loin de l'église de San Vittore dans la journée , et encore moins la nuit ! ) , Les auteurs des fêtes , ou des messes noires soient.
Tout cela est bien connu aux quatre jeunes amis qui attendent la nuit la plus sombre et les douze coups de pirater le tournage - il serait plus exact de l'appeler " dangereux " - bâtiment. Ils méditaient depuis des mois que l'expédition . Je ne suis pas sûr satanistes , ils , en effet , sont très , très sceptique sur la version que les gens , aidés par la presse , donne les découvertes faites dans l'église . Ne pas avoir une vague idée de ce qui se passe pendant les « messes noires » ne savent même pas ce que sont les objets de la " secte satanique . " Ils lisent quelque chose ici et là , ils ont demandé des explications à certains doucement ami «suspect» , mais , en réalité, ils sont loin d'avoir les connaissances nécessaires pour plonger dans la " sataniste " . Néanmoins , ils ont décidé , un peu par curiosité un peu pour le plaisir , essayez de passer la nuit dans l'église délinquance celebrandovi - à leur manière - «quelque chose» qui pourrait se rapprocher à un «rituel satanique " .
Ils sont bien préparés pour la soirée , en essayant de ne rien laisser au hasard. Strictement dans des vêtements noirs , un assortiment varié d'accessoires - chaînes , des croix celtiques , symboles de l'enfer - tous les objets qui ont été recommandées par don de bien informés » des matchs leurs amis et un objet religieux à brûler. Ni ne craignent -ils, ils sont tellement convaincus que tout va s'arranger dans le rire .
Ils entrèrent prudemment , tournant sur ​​une lampe de poche pour voir où vous mettez vos pieds ( ce serait bête de se blesser inciamparndo quelque part ou de devenir quelque chose tomber sur la tête . Et puis , le lendemain , que justifieraient l'accident ? ) Un coup d'oeil la presque toit totalement effondré , en faisant attention de ne pas salir les vêtements ou la rupture ( quelqu'un, ne pas avoir des noirs complets , il a emprunté quelque chose) . Papiers Situé au centre de la salle , vous avez empilées , des morceaux de carton et de bois trouvés autour et vous a donné le feu . Ils se sont assis en cercle autour du feu et extraits
dans les poches tous les cloches et de sifflets " mal". Et ici , le plaisir commence , parce qu'aucun d'entre eux savent ce qu'il faut dire ou faire à ce stade . Sans oublier qu'ils se sentent aussi un peu ridicule . Ils sont athées , nous considérons des personnes réelles , réaliste, terre-à- terre . Accident que nous faisons dans ce lieu maudit , à quest'accidente de temps , dans quest'accidente nuit ? Comment est-il possible que les quatre d'entre eux moins d'un siècle de tous les âges - est soudainement mis à invoquer le «mal» ? D'autre part , ils voulaient être ici , maintenant faire dois quelque chose.
L'un d'eux armé d'une chaîne à partir de laquelle pend une grande croix celtique , commence à bercer , lentement, avec un petit mouvement d'abord, puis plus étendus copains ( ce pas? ) Invitant à observer le pendule hypnotique . Provisoirement , doucement, presque chuchotant , lance son appel : " Satan , viens à nous ! " . Les camarades sont tout sourire . Et continuer à se sentir un peu stupide . L'un d'eux est d'être drôle : " Vous avez parlé trop doucement , ne peut pas vous entendre . Essayez de parler plus fort . "
Maintenant, la voix est plus claire . Le ton est bas , sombre, mais le volume est maintenant clairement audible même en dehors des murs de l'église .
" Satan , viens à nous ! " Toujours le silence .
Un silence étrange , absurde . Un silence absolu . La route principale , à quelques centaines de mètres , est déserte . De la ferme à proximité pas obtenir le moindre bruit. L' esprit d'habitude ajoute : «Pour moi , il ya deux cas . Ou nous sommes désagréable et n'aime pas vous répondre , monsieur ou Belzébuth n'est pas à la maison et personne ne peut vous entendre . Si je devais vous riproverei , encore plus fort . "
L'ami , en face de lui , il n'a pas arrêté un instant pour faire son étrange balancement pendulaire . Il ne sourit pas . Son regard est fixé exceptionnellement , presque hallucinatoire . Les deux autres compagnons sont silencieux, malgré eux fascinés par l'environnement , la situation , les mouvements du grand-père du garçon , qui semble plus indépendant, mais guidé par une volonté extérieure .
La voix , cette fois , c'est presque un cri étranglé , " Satan , viens à nous ! " .
Le silence est rompu , flocons , crumbles sous le son plus loin, sombre , qui semble venir du sous-sol de glas . Au même moment , un éclair aveuglant perce le ciel , suivi d'un bruit assourdissant du tonnerre et le bruit d'une averse soudaine .
Les quatre amis semblent soudainement se réveiller de la torpeur qui avait envahi . Le grand-père de l'enfant laisse tomber au sol l'ensemble. Ils apprennent à se tirer dans le pied ; jeté dans le feu comme ils l'avaient apporté avec eux , y compris les livres sacrés . Mais ce n'est pas l'odeur de papier brûlé qui se développe dans le salon étrangement éclairée par le feu , c'est l'odeur de soufre .
Ils sortent à la hâte de l'église , et si les dommages causés à ses jambes , ne jamais regarder en arrière, sous une pluie battante . Atteindre leur voiture , garée plus loin , sur la route de terre qui mène à la ferme , de retour dans la ville .
Ne divulguez jamais de leur aventure nocturne , sinon de nombreuses années . Juste au moment où ils ont dit avec désinvolture par un expert de haut niveau sur l'histoire locale , autour de laquelle l'ancienne église de San Vittore planer étranges légendes . Et ce que l'enfer , maintenant et puis , vous avez fait un voyage autour de là, juste à contrôler la situation .
Mais ils sont vraiment que des légendes ?

Au début des années nonante Vigevano a été bouleversé par le " cas piétons " . Le chef adjoint de la cité ducale et « trouvé mort près d'une ferme dans le parc du Tessin , où les satanistes nuit garder leurs rituels maléfiques. L'inspecteur enquêtait sur les pratiques "noir" réalisé dans la région, sur les rives du Tessin , l'ancien fleuve Yangtze appelé par les Celtes " Tes- auberge , choisi par les satanistes , car « lieu de culte celtique , magique et païen . Piéton connaissait les sectes ésotériques présents dans la province de Pavie , mais l'enquête ouverte n'a jamais vu écrire le mot «fin» . La mort dans des circonstances suspectes du chef adjoint de Vigevano a été déposée à la hâte et «traité de suicide . Le motif et la profession de la fille de piétons , Gilda , strip-teaseuse. La famille de piétons n'ont jamais cru à cette hypothèse . Comptez seulement une lettre anonyme envoyée à la lecture des journaux " Provincia Pavese " " piétons et« a été assassiné et sa meurtrière était à l'enterrement " et d'autres indices trouvés autour de l'autre . La province de Pavie , en outre , a toujours été le dossier a disparu . Sur les rives du Pô et Oltrepo Pavese un autre des découvertes macabres . Partiellement os humains , un crâne et un os de la mâchoire d'un rinvengono benne
En Lomellina dans les années nonante un autre dans une longue série d'incidents étranges , y compris le vol d'une pierre énorme dans Gropello Cairoli lieu pendant des siècles après le passage miraculeux du diable et San Giorgio Lomellina un vêtements de nuit sont volés dans une vitrine quinzième appartenu à un heureux, le Carcano .




L'incendie du diable .
Une des traditions les plus enracinées du folklore Vigevano est représenté par le " feu de l'enfer " , célébré à la fin de Août de chaque année dans le cimetière de Saint-Bernard . Les origines de cette fête sont liés à une légende qui raconte une blague de mauvais goût joué par le diable à Saint Bernard de Clairvaux en personne .
Le saint , tout en restant à Milan, il a dû aller à Vigevano à un sermon en faveur d'une deuxième croisade .
Satan , afin de l'empêcher d'atteindre sa destination , pensé pour tirer une roue de la voiture roulait sur ​​l'abbé de Clairvaux .
Mais Bernardo pris avec ses mains Satan et il a adapté le corps sous la forme d'une roue , vous pouvez donc continuer à Vigevano , où il attendait son sermon . Les habitants du quartier , avertis de la présence de malin immobilisé temporairement dans la roue a profité de la place de cette situation dans l'ensemble du wagon avec Lucifer emprisonné . Pour commémorer cet événement est célébré depuis au festival Vigevanese de l'église dédiée au saint , qui a rappelé le point culminant dans la " combustion du diable . " Un pupazzone représentant le diable est descendu par une corde tendue en travers de la rue , sur le dessus d'un tas de bois , qui a été mis le feu par la facilité avec laquelle la combustion se produit , les gens sont généralement présages plus ou moins favorables pour les douze prochains mois . En fait , comme dans les rites de purification des agriculteurs si les flammes sont piquées l' année sera bonne , si elle va influencer sinistre . Dans les temps anciens, le feu était composée de meubles et de vêtements abandonnés vieux, pour symboliser le désir de renouveau et de purification.

Une vraie prophétie
Parmi les plus éminents invités du couvent dominicain de Saint-Pierre Martyr (qui avait déjà accueilli le Matthew béni , né Giovanni Francesco Carreri ) devraient être comptés frère Michael . Né en 1504 comme Antonio Michele in Bosco Marengo Ghislieri Vigevanese a également été prieur du monastère après avoir terminé son noviciat . La tradition veut que la Principauté de Monaco, lors d'une promenade dans le pays - est également mentionné le lieu de l'événement , la ville de Fogliano , - avait rencontré un vigneron qui travaille sur ses vignes . Frère Michael , originaire d'une région de vin de traditions profondément enracinées , l'agriculteur a offert quelques suggestions sur la meilleure façon d'attacher les branches , de conclure avec le verdict : «J'ai peur , lié de cette façon , cela va rendre la vigne que le jour que je devenu pape . " Le méchant , piqué
par la critique , a déclaré: " Eh bien, agh rassuré , mé Padar , qui Prest UI Faron papa , et moi , innura , am signes tucarà à Ruma dans le sixième purtagh dra mé vignoble » (« Eh bien , je vous assure , mon père
. mon , que bientôt elle sera faite pape , et je vais devoir venir à Rome pour apporter le vin de ma vigne " ) prophétie a jamais se montra plus véridique : Frère Michael Ghislieri a été élu pape en 1566 et prit le nom de Pie V. Bien entendu, la Vigevanese tupiatt ( vigneron ) a tenu sa parole et il a fait le long voyage de Milan à Rome pour apporter le nouvellement élu pape le fruit de ses travaux . on dit que le pape , très touché par la justesse de l'agriculteur , lui a reçu
avec sympathie , les actions prometteuses en faveur du capital Lomellina .
Même Pie V a tenu ses promesses et
décidé de créer une bourse pour deux étudiants Vigevano pauvres afin qu'ils puissent assister le collège de Pavie , qu'il a fondée et qui porte encore son nom .

Pie V
Dominicain , né en 1504 comme Ghislieri Antonio Michele in Bosco Marengo ( Ai ) , qui devint évêque en 1556 , il a été élu cardinal l'année suivante , et déjà partie de la Cour de l'Inquisition , il est devenu en 1558 le Grand Inquisiteur . Monté sur le trône de Pierre en 1566 , à la mort - à l'année précédente de Pie IV , était catégorique en condamnant les hérésies , la simonie et le népotisme . Elle mène une vie austère ( toujours habillé en habit de Saint- Dominique, et aussi en tant que pape , il a continué à suivre la règle ) et impeccable. Loin du Vatican et des bureaux de nombreux profiteurs et les gens inefficaces . En 1561 , il fonde le collège Ghislieri de Pavie et en 1511 la Congrégation de l'Index . A en juger conduite inefficace de Maximilien v contre les protestants , a eu un choc amer avec cela et réussi à excommunier la reine Elizabeth d'Angleterre . Après avoir terminé la Sainte Ligue contre les Turcs , a été en mesure d'assister à la victoire , qui a eu lieu en 1511 , les armées chrétiennes . Il est mort à Rome en 1572 .


La Sainte Matthew Carreri
Pour les Français , qui se sont retirés , harcelés par les Espagnols , Matthew évoquait tous les arbres comme autant de soldats . Les trois généraux français sont ensuite rendus à l'hôtel de ville et dit: «Vous , messieurs, ici ou avoir un grand diable ou un grand saint . " Ceux de l'hôtel de ville ont répondu qu'ils n'avaient pas les démons là, mais un grand saint , oui . Et parce que les Français ont voulu le voir , les a accompagnés à l'église et a montré les restes de la Bienheureuse Matthieu ( de "The Vigevanese » du 30 Septembre 1975) .
La Sainte Matthew Carreri , sentant la fin prochaine , il a décidé de retourner à Mantoue à mourir dans la maison d'un de ses sœurs . Atteint la nuit frapper à la porte , il dit qui il était , mais inexplicablement n'a pas été reconnu . " Qu'est-ce que Matthew ! Matthew , " ils lui ont dit . " Revenez demain matin , vous allez ouvrir . "
Donc, Matthew est allé à l'église et a écrit avec son doigt sur la porte : " Rustica progéniture , vous serez persécuté par les scorpions . " Puis il reprit sa route et retourna à son monastère à Vigevano , où il mourut en 1470.
Quand il a appris qu'il était mort , sa sœur a remarqué , mais dans une main et toucha du doigt qui a écrit le fichu rompu et s'accrochait à elle: et c'est pourquoi quand à Vigevano célébrer la fête du Bienheureux Matthieu , Mantoue célébrer la «Fête des doigt . "


Le pont en bois .
San Marco est une grande ferme dans le sud-ouest de campagne de Vigevano , non loin de
fraction Morsella , qui est clairement séparée de la Terdoppio de courant et les navires de Langon . L'histoire de l'ancienne ferme est , vous voulez qu'il soit l'un des premiers établissements de la région, mentionné dans des documents anciens comme " chaussures de randonnée " , qui , avec d'autres petites villes rurales , il serait alors construit la ville de Vigevano . Lire les nouvelles racontée par les historiens du seizième siècle ( Simone del Pozzo , César Nubilonio ) , nous apprenons que le lieu a toujours eu une réputation sinistre : il semble , en effet , que pour de nombreux siècles, la grange en question était un refuge pour les voleurs et les criminels . Heureusement , à l'époque moderne , cette mauvaise réputation n'a pas pu être confirmé . San Marco est juste une grande grange , où elle est effectuée sur une des activités rurales tranquilles . A quelques bizarreries , cependant, a gardé .
L'histoire commence il ya longtemps . San Marco est connecté à Morsella par une route qui vient de Gambolò , et qui n'est autre que l'ancienne voie romaine qui menait de cette petite ville dans SILVABELLA ( Mortara ) . Le Terdoppio a été passé à travers un gué, encore observable aujourd'hui , que c'est seulement dans l'ère moderne a été remplacé par un pont de bois branlant , faite de planches soutenues par quelques pieux enfoncés dans le lit du ruisseau . Il ya quelques décennies , le pont de bois a été remplacé par un béton armé plus moderne, plus ou moins au même endroit . A donc finalement obtenu un passage sûr et sec sur la rivière capricieuse , parfois presque à sec et parfois impétueux et des eaux profondes . Bien sûr, le pont de bois était beaucoup plus fascinant : aucun parapet , les planches disjointes - certains manquantes - se balançant au passage de véhicules lourds ( quand il se passait lentement et prudemment , le bruit infernal transmis par les conseils rachitiques
pourrait être entendu des centaines de mètres. Mais le trafic de l'époque était ce qu'il était , il y avait encore quelques voitures , et chariots, charrettes et brouettes , le pont était plus que suffisant . En effet , le bruit signifie que le passage à niveau était même utile , parce que personne ne pourrait obtenir de cette direction sans être précédé par le bruit des axes fragiles .
En fait , une nuit , il ya de nombreuses années - alors raconté les personnes âgées - la ferme a été réveillé par un bruit terrible , comme si le pont a été traversé par une multitude de chars , les chevaux et les hommes . Il ressemblait à une armée qui font vraiment une transition de l'ancienne voie romaine . Comme les minutes passent , et le bruit continue , quelqu'un joue - c'est l'hiver, il fait très froid - prendre une lanterne et regarde vers la porte d'entrée de la ferme . Mais le tumulte , quant à lui , a cessé comme par magie , la pioche est vide , la rue est déserte . C'était un rêve collectif ? Celui ou quelle qu'elle soit, n'aurait certainement pas eu le temps de disparaître sans être vu . Et le bruit qui pourraient ne pas avoir été produit par un grand nombre de véhicules traversant le pont , n'aurait pas pu être le vent (qui n'était pas là du tout ) , ni le pouvoir , à secouer cette façon, les axes de vieux-croissance . L'événement étrange et inhabituelle , nous avons parlé pendant plusieurs jours sans pouvoir arriver à la solution des questions qui s'y rattachent .

Après quelques semaines , le phénomène se répète . De même, la même séquence d'événements : le bruit - il est approprié de le dire - l'enfer , le bruit des roues ferrées, les chevaux de front , et beaucoup, beaucoup d'hommes qui semblent venir du pont . Cette fois, il se jette dans la rue , même dans sa chemise de nuit , malgré le froid, juste pour faire bientôt. Mais cette fois, le bruit s'arrête soudainement , sans qu'il soit possible de voir quelque chose ou quelqu'un . Pont désert , route déserte , flux de désert . Le lendemain, quelqu'un demande des habitants de la Morsella à proximité de là si il sentit quelque chose , mais personne n'a entendu le moindre bruit ou vu quelque chose d'inhabituel ou étrange . Même paysans réalistes du San Marco commencent à penser à quelque chose de surnaturel , quelqu'un propose timidement à parler au prêtre , et de bénir le pont . Pour le moment , il ne fait rien .

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