COZZO
Un po’ di storia..
Le sue origini sono remote, forse fondato dai Celti; ma è in epoca romana che il borgo si sviluppa notevolmente, è certo che fù Municipio ed una importante stazione di posta sulla via che portava a Torino.
Il castello risale XI secolo, ricostruito parzialmente in età Viscontea e Sforzesca (1467 ) con l' aggiunta del rivellino ad opera di Gallarati, L' edificio si presenta a pianta quadrata, circondato da fossato su cui sporge il torrione d' ingresso munito di caditoie. Suggestivo è il porticato ad archi acuti. All' interno si possono osservare l' affresco monocromo della Madonna dell' Umiltà di scuola leonardesca e le tavole rappresentanti gli Apostoli Pietro e Paolo e un' annunciazione di Cesare da Sesto. Attualmente il castello è sede della comunità " Mondo X ".
.
Il castello di Celpenchio
Celpenchio: un piccolo borgo rurale sperduto nell'acquitrinosa pianura lomellina con una vasta zona umida a canneto, con sparsi gruppi di saliconi, salici e ontani neri dove nidificano aironi rossi, nitticore e sgarze ciuffetto. Un tempo comune autonomo, a causa della continua diminuzione della popolazione, nei primi decenni del secolo xx fu declassato a frazione e aggregato al comune di Cozzo. Ai margini dell'abitato - di origini antichissime e quasi sicuramente celtiche, come dimostra la radice stessa del nome- in frangia alla strada per Rosasco, sorge il castello (o, almeno, quanto ne sopravvive), che già fu dei Gallarati-Scotti, da secoli ridotto ad abitazione rurale, ormai molto degradato. Un gran bell'edificio, nonostante le disastrose condizioni di conservazione, massiccio e nello stesso tempo elegante; sostanzialmente diverso dagli altri castelli lomellini.
Ciò che lo accomuna a questi ultimi è l'esistenza dell'immancabile leggenda legata alla sua storia, alle sue pietre corrose dal tempo e dagli elementi. I fatti cui faceva riferimento la perduta tradizione orale locale risalgono ai primi anni del secolo xx. Il castello è ancora integro (le ultime modifiche strutturali - questa è storia - risalgono al rinascimento), ben conservato; un edificio sufficientemente rappresentativo per il nobilastro decaduto che vi abita e che sopravvive grazie alle magre rendite del suo ormai ristretto patrimonio terriero. Sembra essere costui un pessimo soggetto, borioso e megalomane quanto squattrinato; ignorante e
incolto quanto presuntuoso e prepotente. I poveri contadini - praticamente tutti gli abitanti del borgo sono alle sue dipendenze - si trovano quotidianamente alle prese con i suoi soprusi, le sue assurde pretese, le sue angherie. Egli si comporta, in breve, come se vivesse ancora nel medioevo. Lui è il signore e padrone; a lui tutto è dovuto. Ha diritto di vita e di morte sui suoi sudditi. Per fortuna, almeno l'istituto dello "jus primx noctis" è decaduto da secoli (ma sembra che talvolta, con qualche sposina particolarmente attraente...) ma, per tutto il resto, il signorotto del castello di Celpenchio ricorda da vicino, da molto vicino, certi feudatari medievali abituati a fare il bello e il cattivo tempo entro i confini (a volte anche oltre) dei propri territori. Anzi, voci popolari dicono che un suo antenato, che tra l'altro gli somiglia moltissimo - un ritratto di questo antenato, vissuto cinque o seicento anni prima (non si sa bene), sarebbe visibile all'interno del castello, nella galleria dei ritratti di famiglia - anche nei tratti del volto, despota quanto lui e peggio di lui - diciamo pure un emerito figlio di buona donna - tanto da essere malvisto persino dai feudatari confinanti, che pure stinchi di santo non dovevano essere, fosse riuscito a malapena a sfuggire a un tentativo di linciaggio messo in atto dai contadini stanchi di essere sfruttati fino alla morte. E più d'un abitante del borgo, dopo qualche bicchiere di troppo bevuto all'osteria con gli amici, si alza barcollando dalla panca e infervorandosi aizza i compagni alla rivolta: « Bisogna fare come i nostri antenati. Dobbiamo ribellarci, tutti insieme, assalire il castello, prendere quel bastardo e scannarlo come un maiale. Al suo avo è andata bene; a lui andrà peggio, molto peggio ».
La situazione è in ebollizione ormai da molti mesi. I tempi sembrano maturi per la rivolta, ma molti ancora tentennano, non del tutto convinti che le cose siano così facili come sembrano credere i due o tre beoni che si sono autoeletti capi della sedizione. Finché una sera d'autunno - l'ora è tarda, il vino scorre a fiumi e gli animi sono riscaldati al punto giusto - un tizio tra i tanti seduti intorno alla lunga e lurida tavola dell'osteria si alza, chiede il silenzio e parla agli stralunati avventori. II suo sguardo è perfettamente lucido, la sua voce ferma e chiara, i gesti sicuri e decisi. Se i compagni di libagioni fossero sufficientemente lucidi, potrebbero accorgersi che l'uomo è in realtà uno sconosciuto; nessuno l'ha mai visto prima né si è accorto del suo arrivo o l'ha visto sedersi alla loro tavola. Potrebbero rendersi conto che il linguaggio dell'oratore è diverso dal loro, che i suoi abiti sono del tutto dissimili dai loro, che il rigonfiamento sotto il mantello è dato da un lungo pugnale, arma che al giorno d'oggi nessuno si sognerebbe più d'usare. Ma le molte bottiglie vuote che popolano la tavola hanno sortito il loro effetto, e nessuno si avvede delle stranezze.
« Amici. Basta con i soprusi, è ora di finirla. Abbiamo deciso; è per domani sera. Di giorno andrete a lavorare nei campi normalmente, come tutti i giorni. A casa, poi, vi armerete di tutto quanto vi sarà possibile recuperare. Ci troveremo tutti alle nove nella corte grande; da lì muoveremo all'assalto del castello. lo ne conosco molto bene l'interno; vi guiderò io. Andrà tutto bene; fidatevi di me. » Un coro unanime di « Sì! Uccidiamolo quel porco! » accoglie le parole dello strano individuo, dopodichè lentamente l'osteria si svuota. I contadini tornano alle loro abitazioni, meditando sulla grave decisione presa. Tuttavia, la sera successiva, svaniti i fumi dell'alcool, sono tutti presenti alle nove in punto nella corte grande. In silenzio, tutti armati - chi di forconi, chi di asce, chi di coltelli da cucina e persino di qualche pistolone residuo delle guerre d'indipendenza - e tutti fermamente convinti dell'opportunità della loro impresa.
Lo strano individuo che li ha convinti all'azione è già sul posto; li ha preceduti, e nessuno, come la sera precedente, lo ha visto arrivare. Ma tutti sono talmente eccitati da non rilevare la singolarità del fatto che, in un paese di poche centinaia di abitanti, nessuno lo conosca.
Allo straniero sconosciuto si uniscono ben presto i tre o quattro presunti capi della rivolta, pronti ai suoi ordini. « Andiamo, questa volta non perderemo. L'altra volta ci ha ucciso tutti, o quasi. Questa sera sarà lui, a morire. » Percorrono adagio, con circospezione, le poche decine di metri che li separano dal castello, ormai privo delle sue difese medievali - da secoli non c'è più fossato, né ponte levatoio, né mura esterne e di guardiani, poiché la poca servitù presente nell'edificio non è certamente in grado - né, presumibilmente, vorrà farlo - di difendere lo scarsamente amato padrone. Alcuni insorti circondano il castello, per precludere ogni possibile via di fuga agli abitanti; per gli altri, è un gioco da ragazzi sfondare il portoncino d'ingresso ed entrare, guidati dall'uomo del pugnale. Il malcapitato viene subito rintracciato, legato, percosso. Non ha avuto né il tempo né la possibilità di tentare la fuga. Non gli viene nemmeno dato il tempo di chiedere pietà, né di raccomandare l'anima al cielo o all'inferno, certamente a lui più adatto. Il primo ad affondare la lama del pugnale nel suo corpo è lo sconosciuto; dopo di lui, altre dieci, cento lame lo trafiggono. Il corpo senza vita viene appeso per i piedi e lasciato penzolare da una finestra della facciata. II sangue cola abbondante dalle ferite, inzuppa indelebilmente le pietre della facciata. Giustizia è fatta. I contadini, vendicati, si apprestano a lasciare il castello. Solo allora si accorgono che lo sconosciuto non è più con loro. Nessuno lo aveva visto arrivare, nessuno lo ha visto andare via. Solo ora si rendono conto che nessuno di loro lo conosceva. Chi era lo sconosciuto che si era fatto carico di fomentare e capeggiare la rivolta? E perché? Nessuno seppe spiegarlo. Ma da quella serata d'autunno, le pietre della facciata del castello rimasero di color rosso sangue, e il caprifoglio che vi crebbe incolto, con l'arrivo dei freddo e delle nebbie autunnali, diventa dello stesso colore.
A bit ' of
history ..
Its origins
are remote , perhaps founded by the Celts , but it is in Roman times that the
village grew considerably , it is certain that fù Hall and an important staging
post on the road leading to Turin.
The castle
dates back to the eleventh century, partially rebuilt in age Visconti and
Sforza ( 1467 ) with l ' addition of the lunette at the hands of Gallerati , L
' building is a square surrounded by a moat on which the tower leans d ' hall
with trap doors . Enchanting is the arcade with pointed arches . All 'inside
you can see the ' monochrome fresco of the Madonna dell ' Humility of Leonardo
school boards and representatives of the Apostles Peter and Paul and an '
Annunciation of Cesare da Sesto . Today the castle is home to the community
"Mondo X" .
.The castle
of Celpenchio
Celpenchio
: a small rural village lost nell'acquitrinosa lomellina plain with a vast
wetland reed bed , with scattered groups of sallow , willow and alder blacks
nesting purple herons , night herons and egrets tuft . Once a separate
municipality , due to the continued decline in population in the early decades
of the twentieth century was downgraded to a village and aggregated to the
municipality of Cozzo . On the edge of - of ancient origin and almost certainly
Celtic , as evidenced by the very root of the name in the fringe of the road
for Rosasco , stands the castle (or , at least , as far as it survives ), which
was already the Gallarati -Scotti for centuries as a rural dwelling , now very
degraded. A large beautiful building , in spite of the disastrous state of
conservation, solid and elegant at the same time , substantially different from
the other castles Lomello. What unites him to the latter is the existence of
the inevitable legend related to its history, its stones eroded by time and the
elements . The facts was referring to the lost local oral tradition dating back
to the early years of the twentieth century . The castle is still intact (the
last structural changes - this is history - dating back to the Renaissance ) ,
well preserved building a sufficiently representative for the fallen nobilastro
who lives there and who survives thanks to the meager income of her now limited
landed property . He seems to be a bad person , arrogant and megalomaniacal as
penniless , ignorant and fallow as presumptuous and arrogant . The poor
peasants - practically all the inhabitants of the village are in his employ -
are daily struggling with his abuse, his absurd pretensions , its harassment .
He behaves , in short , as if he still lived in the Middle Ages . He is the
lord and master , to him everything is due . Has the right of life and death
over his subjects . Fortunately, at least the institution of the "jus
primx seigneur" is decayed for centuries ( but it seems that sometimes ,
with some particularly attractive bride ... ) , but for everything else, the
lord of the castle of Celpenchio closely resembles , by very close, some
medieval feudal lords used to do the good and the bad times within the
boundaries (sometimes even more) of their territories . Indeed, popular voices
say that one of his ancestors , which by the way looks a lot like him - a
portrait of this ancestor , who lived five or six hundred years earlier ( no
one knows ) , would be visible inside the castle , in the gallery of portraits
family - even in the features of the face, as he despot and worse than him -
let's say a distinguished son of a bitch - so as to be frowned upon even by
neighboring landowners , who also shins saint should not be , he could hardly
escape an attempted lynching put in place by the farmers are tired of being
exploited to death. And more than an inhabitant of the village, after a few too
many drinks at the tavern drinking with friends , he gets up from the bench and
staggered fervor inciting his companions to revolt : "We must do as our
ancestors did. We must rise up , all together, attack the castle , take the
bastard and scannarlo like a pig. At his grandfather went well , he will be
worse, much worse . " The situation is in turmoil for many months. The
time seems ripe for revolt, but many still falter , not entirely convinced that
things are as easy as they seem to believe the two or three drunkards who are
self-appointed leaders of sedition. As long as an autumn evening - the hour is
late , the wine flows freely and tempers are heated to the right place - a guy
among the many sitting around the long table of the tavern and filthy gets up,
asking for silence and speaks the bewildered patrons . II Her look is perfectly
polished , his voice firm and clear , confident and decisive gestures . If the
companions of libations were sufficiently polished , they could see that the
man is actually a stranger , and no one has ever seen before nor has noticed
his arrival or the saw to sit at their table . You might realize that the
language of the speaker is different from theirs , that his clothes are
completely different from their own, that the bulge beneath his cloak is given
by a long dagger , a weapon that nowadays no one would dream of most ' use. But
many empty bottles that populate the table have had their effect, and no one
realizes the oddities . "Friends . Enough with the abuse of power , enough
is enough . We decided it is tomorrow night. During the day you go to work in
the fields normally , like all days. At home, then , implicitly arm you with
everything you will be able to recover. We will all at nine in the great court
, and from there will move to attack the castle. I know him very well inside ,
I will guide you . You'll be fine , trust me. " A unanimous chorus of
" Yes ! Let's kill the pig! " Welcomes the words of the strange man ,
then slowly empties the tavern . The farmers return to their homes, meditating
on the serious decision. However, the next evening , vanished the fumes of
alcohol , are all present at nine o'clock in the great court . In silence , all
armed - who pitchforks , some with axes , some kitchen knives and even some
pistol residue of the wars of independence - and all are firmly convinced of
the appropriateness of their enterprise. The strange man who convinced them to
action is already in place ; preceded them , and no one, like the previous evening
, he saw it coming. But not everyone is so excited to detect the singularity of
the fact that , in a country of a few hundred inhabitants , no one knows . The
stranger stranger join soon the three or four alleged leaders of the revolt ,
ready at his command . "Come on, this time we will not lose . The other
time we killed all , or almost. This evening he will be , to die . " They
walk slowly, cautiously , the few meters that separate them from the castle ,
now deprived of its medieval defenses - for centuries no longer moat or
drawbridge, or outer walls and guardians , as this little bondage the building
is certainly not in a position - nor , presumably , will want to do - to defend
the poorly beloved master . Some insurgents surround the castle , in order to
preclude any possible escape route to the inhabitants , for others, it is a
breeze to break through the main door and enter , led by the man 's dagger. The
victim was immediately tracked down , tied up, beaten . Had neither the time
nor the opportunity to escape groped . They are not even given time to ask for
mercy , nor to recommend his soul to heaven or hell , certainly more suited to
him . The first to sink the blade of the dagger in his body is unknown , and
after him, the other ten, one hundred blades pierce him . The lifeless body was
hung by his feet , and left hanging from a window of the facade. II abundant
blood flows from the wounds , indelibly soaked the stones of the facade.
Justice is done . The farmers , revenge , are preparing to leave the castle .
Only then did they realize that the stranger is no longer with them. No one had
seen it coming , nobody has seen him go away. Only now realize that none of
them knew him . Who was the stranger who had taken charge of fomenting the
revolt and head ? And why not? No one could explain it. But that autumn evening
, the stones of the facade of the castle were blood red in color , and the
honeysuckle that grew wild , with the arrival of the autumn fogs and cold , it
becomes the same color.
Un peu
" de l'histoire ..
Ses
origines sont lointaines , peut-être fondée par les Celtes , mais il est à
l'époque romaine que le village a considérablement augmenté , il est certain
que fù Hall et un important relais sur la route menant à Turin . Dates du
château remontent au XIe siècle, partiellement reconstruit en âge Visconti et
Sforza ( 1467 ) avec l ' ajout de la lunette des mains de Gallerati , L '
édifice est un carré entouré d'un fossé sur lequel la tour penche d ' entrée
avec trappes . Enchanteur est l'arcade avec des arcs brisés . Tous les
'intérieur vous pouvez voir la " fresque monochrome de ' humilité de
Leonardo conseils et des représentants des Apôtres Pierre et Paul scolaires et
un« la Madonna dell Annonciation de Cesare da Sesto . Aujourd'hui, le
château abrite la communauté " Mondo X " .
.Le château de Celpenchio
Celpenchio : un petit village rural perdu nell'acquitrinosa
lomellina simple avec un lit de roseaux vaste des zones humides , des groupes
épars de jaune, de saules et d'aulnes noirs nichent hérons pourprés , des
hérons et des aigrettes de nuit touffe . Une fois une municipalité distincte ,
en raison de la baisse continue de la population dans les premières décennies
du XXe siècle a été rétrogradé à un village et agrégées à la municipalité de
Cozzo . Sur le bord de - d'origine ancienne et presque certainement celtique ,
comme en témoigne la racine même de son nom dans la frange de la route pour
Rosasco , se dresse le château ( ou , au moins , dans la mesure où il survit )
, qui était déjà le Gallarati - Scotti pendant des siècles comme une habitation
rurale, maintenant très dégradé . Un grand bâtiment beau , en dépit de l'état
désastreux de la conservation , solide et élégante en même temps , sensiblement
différent des autres châteaux Lomello . Ce qui unit à celui-ci est l'existence
de la légende inévitable liée à son histoire, ses pierres érodées par le temps
et les éléments . Les faits se référait à la perte de la tradition orale
rencontres locales du début du XXe siècle. Le château est encore intact ( les
dernières modifications structurelles - c'est l'histoire - datant de la
Renaissance ) , bien conservé la construction d'un suffisamment représentatif
pour la nobilastro déchu qui y vit et qui survit grâce aux maigres revenus de
sa limite maintenant la propriété foncière . Il semble être une mauvaise
personne , arrogant et mégalomane que sans le sou , ignorants et jachère comme
présomptueux et arrogant . Les
paysans pauvres - presque tous les habitants du village sont à son service -
tous les jours aux prises avec sa violence , ses prétentions absurdes , son
harcèlement . Il comporte , en un mot , comme s'il vivait encore au
Moyen Age . Il est le seigneur et maître , pour lui, tout est dû . A le droit
de vie et de mort sur ses sujets . Heureusement , au moins l'institution du " jus primx seigneur
" est pourri depuis des siècles ( mais il semble que, parfois , avec un
peu de mariée particulièrement attrayant ... ) , mais pour tout le reste , le
seigneur du château de Celpenchio ressemble beaucoup , par très proche ,
certains seigneurs féodaux médiévaux utilisés pour faire les bons et les
mauvais moments dans les limites ( parfois même plus ) de leurs territoires .
En effet , des voix populaires disent que l'un de ses ancêtres , qui, par la
voie ressemble beaucoup à lui - un portrait de cet ancêtre , qui a vécu cinq ou
six cents ans plus tôt ( on ne sait pas ) , serait visible à l'intérieur du
château , dans la galerie de portraits famille - même dans les traits du visage
, comme il despote et pire que lui - disons un éminent fils de pute - afin
d'être mal vu , même par les propriétaires voisins , qui ont également tibias
saint ne doit pas être , il ne pouvait guère échapper une tentative de lynchage
mis en place par les agriculteurs sont fatigués d'être exploités à mort . Et
plus qu'un habitant du village , après quelques verres de trop à la
consommation de taverne avec des amis , il se lève du banc et de ferveur
décalée incité ses compagnons à la révolte : «Nous devons faire comme le
faisaient nos ancêtres . Nous devons lever, tous ensemble , attaquer le
château , prendre le bâtard et scannarlo comme un cochon . À son grand-père
s'est bien passé, il sera pire, bien pire . " La situation est dans la tourmente depuis plusieurs mois . Le moment
semble venu de la révolte , mais beaucoup faiblir encore , pas tout à fait
convaincu que les choses sont aussi facile qu'ils semblent croire les deux ou
trois ivrognes qui sont des leaders autoproclamés de la sédition . Tant
que un soir d'automne - l'heure est tardive , le vin coule à flots et tempère
sont chauffés au bon endroit - un gars parmi les nombreux assis autour de la
longue table de la taverne et sale se lève , demandant le silence et parle les
clients désorientés . II Son
regard est parfaitement poli , d'une voix ferme et gestes clairs , confiants et
décisifs . Si les compagnons de libations étaient suffisamment polis, ils
pouvaient voir que l'homme est en réalité un étranger , et personne n'a jamais
vu avant, ni a remarqué son arrivée ou la scie à s'asseoir à leur table. Vous
pourriez réaliser que la langue de l'orateur est différente de la leur , que
ses vêtements sont complètement différentes de la leur, que le renflement sous
son manteau est donnée par un long poignard, une arme que de nos jours nul ne
songerait de plus ' utiliser . Mais beaucoup de bouteilles vides qui peuplent
la table ont eu leur effet , et personne ne se rend compte des singularités . "
Amis . Assez avec l'abus de pouvoir , c'est assez. Nous avons décidé qu'il est
demain soir . Pendant la journée, vous allez travailler dans les champs
normalement , comme tous les jours . À la maison, alors , vous armer
implicitement tout ce que vous serez en mesure de récupérer . Nous allons tous
à neuf dans la grande cour , et à partir de là allons passer à attaquer le
château . Je le connais très bien à l'intérieur , je vais vous guider . Vous
serez très bien , croyez-moi . « Un chœur unanime de " Oui ! Tuons
le cochon ! " Félicite les paroles de l'homme étrange , puis se vide
lentement la taverne . Les
agriculteurs retourner dans leurs foyers , en méditant sur la grave décision .
Cependant , le lendemain soir , disparu les vapeurs de l'alcool , sont tous
présents à neuf heures dans la grande cour . En silence, tous armés - qui
fourches , certains avec des haches, des couteaux de cuisine et même des
résidus de pistolet des guerres d'indépendance - et tous sont fermement
convaincus de la pertinence de leur entreprise . L'homme étrange qui les a
convaincus de l'action est déjà en place ; les ont précédés , et personne,
comme la veille, il avait vu venir . Mais pas tout le monde est tellement
excité à détecter la singularité du fait que , dans un pays de quelques
centaines d'habitants , on ne sait pas . L'étranger étrange rejoindre bientôt
les trois ou quatre dirigeants présumés de la révolte , prêts à son
commandement . " Allez, cette fois nous ne perdrons pas . L'autre temps
nous tue tous , ou presque. Ce soir, il sera , à mourir . " Ils marchent
lentement , prudemment , les quelques mètres qui les séparent du château ,
aujourd'hui privé de ses défenses médiévales - depuis des siècles ne fossé ou
pont-levis , ou les murs extérieurs et les gardiens , comme ce petit servitude
le bâtiment est certainement pas dans une position - ni , sans doute , voudront
faire - pour défendre le capitaine mal aimé . Certains insurgés entourent le
château , afin de prévenir toute échappatoire possible pour les habitants ,
pour d'autres , il est très facile à franchir la porte principale et entrer ,
dirigé par le poignard de l'homme . La victime a été immédiatement
traqué , ligoté , battu . Eu ni le temps ni la possibilité d'échapper à tâtons
. Ils ne sont même pas le
temps de demander grâce , ni de recommander son âme au ciel ou en enfer ,
certainement plus adapté à lui . Le premier à descendre la lame du poignard
dans son corps est inconnu , et après lui , les autres dix , cent lames lui
percer . Le corps sans vie a été pendu par les pieds , et laissé suspendu à une
fenêtre de la façade . II sang abondante coule des plaies , de manière
indélébile trempé les pierres de la façade . Justice est faite . Les
agriculteurs , vengeance , se préparent à quitter le château . C'est alors seulement
qu'ils se rendent compte que l'étranger n'est plus avec eux . Personne
n'avait vu venir , personne ne l'a vu s'en aller. Seulement maintenant réaliser
qu'aucun d'entre eux l'ont connu . Qui était l'étranger qui avait pris en
charge de fomenter la révolte et de la tête ? Et pourquoi pas ? Personne ne
pouvait l'expliquer . Mais ce soir d'automne , les pierres de la façade du
château étaient rouges de sang de couleur , et le chèvrefeuille sauvage qui a
grandi , avec l'arrivée des brouillards d'automne et le froid , il devient de
la même couleur .
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